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Futsal – Aria di A2, quel sogno sfumato a Cagliari 17 anni fa: le storie incrociate di Abate e Preziuso

Gli amanti del futsal irpino ricordano l’Avellino Five Soccer. Tempi andati. Quasi un ventennio. Carletto De Amicis, vecchia bandiera dell’Avellino calcio, come allenatore. Uno squadrone che toccò con le mani il sogno della storica promozione in A2. Finalissima play-off contro il Cagliari. Vittoria in casa, sconfitta in Sardegna. E il sogno svanì. Bene. Allora, 17 anni fa, su quel parquet c’erano anche Maurizio Preziuso e Massimo Abate. “Ricordo che a Civitavecchia, nella semifinale che ci spalancò le porte per la finalissima il mister decise di mandare in campo Massimo (Abate ndr). Era uno dei migliori calcettisti di prospettiva, forte, anzi fortissimo tanto da fare le fortune di una Under che arrivò alle qualificazioni nazionali sfiorando di un soffio il titolo. Ricordo che la tendostruttura era gremitissima. Tantissime persone e a pochi minuti dalla fine, piazzò un colpo di taccò stratosferico. Ci portò alla vittoria in un tripudio di colori spaventosi. Non bastò purtroppo. Perchè poi nnella finalissima il Cagliari riuscì a batterci e portare a casa la promozione in Serie A”. Preziuso, quasi si commuove a ricordare. Pausa. Poi sorride. “Dopo quasi 18 anni, adesso, possiamo riprenderci quello che ci è sfumato allora. E la cosa bella sai quale è? Ci sono ancora io e c’è ancora Massimo Abate. Siamo anche abbastanza “vecchi” ma siamo tremendamente motivati a scrivere una delle più belle pagine della storia del futsal avellinese. Non puoi descrivere alla gente quello che provi. A volte basta che guardo Massimo negli occhi. Non ci diciamo niente ma capiamo, ora, che siamo vicini. Come 17 anni fa, ma stavolta manca pochissimo e la serie A è solo una questione di dettagli. Abbiamo vinto ieri una partita difficilissima. Abbiamo ipotecato il sogno. ma mancano solo 40 minuti. Dobbiamo sudare ancora e poi. Poi potremmo piangere. Ma stavolta di gioia. Perchè la storia siamo noi. E l’abbiamo scritta insieme ad un gruppo formidabile”. Ancora una pausa. Poi Preziuso rivela. “Lo sai chi era il presidente di quella squadra? Era Sandro Abate, il papà di Massimo. E lo sai perchè adesso non possiamo sbagliare? Perchè don Sandro non c’è più e se stiamo per raggiungere la terza promozione consecutiva in tre anni è perchè lui da lassù ci guarda col sorriso e ci spinge a conquistare qualcosa di storico, di epico. Qualcosa che resterà scritto con un pennarello indelebile nella storia del calcio a cinque regionale e non solo irpino. E io lo so che non possiamo fallire. Basta incrociare lo sguardo di Massimo. E’ stata una stagione difficile. Con tanti infortuni. A comandare per un intero girone. Poi ci è girata male. Ma nei play-off abbiamo ritrovato lo spirito di una grande squadra. Costruita per vincere e per convincere. Ora sarà una settimana difficile. Sabato non possiamo sbagliare. Lo dobbiamo a Don Sandro. lo dobbiamo all’Irpinia. E’ appartenenza, è spirito di sacrificio. Ben 17 anni fa ho pianto. Ora, sabato, voglio riabbracciare Massimo Abate e i miei compagni di squadra e sorridere. Piangere si, ma di gioia. Solo di gioia. Anche per Rogerio. Doveva essere qui con noi a festeggiare. Ed invece un destino incredibile ci ha impedito in estate di averlo tra noi. Questa promozione sarà anche la sua. Giochiamo col suo nome stampato sul collo. Lui vive in eterno. Continuiamo e continueremo a volergli bene”

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