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“Bentornato Tesser, la B è un patrimonio. Guai a perderla”

Martedì un amico mi chiesto cosa giocare su Avellino-Trapani. “Vai con l’over gli ho risposto, finirà 1-3 o 2-4…”. Detto e fatto ma mica me ne vanto. Ogni sconfitta del Lupo è un dolore, ma era troppo facile prevederla… Dirò di più: dopo il gol di Eramo ho spento tutto e me ne sono andato a letto, non avevo la forza per sopportare in diretta l’ennesimo scempio di una gestione che più sciagurata non avrebbe potuto essere. Rassegnato ho preso atto all’indomani della quarta sconfitta consecutiva senza amor proprio. Qui si va dritti in Lega Pro mi sono (ri)detto, visto che di cacciare Marcolin non ne vogliono sapere…
Invece dopo qualche ora ho rivisto uno squarcio di sole: presidente e direttori hanno messo da parte l’orgoglio ed hanno richiamato Tesser, l’uomo che da un gruppo modesto stava cavando il massimo e per massimo intendo una salvezza più che dignitosa e addirittura qualche velleitaria ambizione di playoffs.
Faccio un piccolo inciso: dovete sapere che del direttore De Vito ho il cellulare, perché un giorno ormai lontano – era Santo Stefano del 2013, si proprio il 26 dicembre, chi non ci crede controlli pure – a Reggio Calabria, in occasione di una trasferta da mille chilometri (ma per l’Avellino anche questo…) mi promise una maglia poi purtroppo mai arrivata. Non l’ho mai perdonato, sono sincero, perché per me la parola è sacra, ma gli ho sempre riconosciuto una straordinaria abilità nel suo lavoro, almeno fino alla scorsa estate.
Beh, perdonatemi  l’excursus, ma mi serviva per dire che ne ho approfittato per implorarlo di fare quel che poi appunto è stato fatto ieri in tarda mattinata (lui non mi ha mai risposto ma nemmeno me l’aspettavo): ridare a Tesser la sua squadra per traghettarla verso una salvezza invero ora molto complicata. Però sono di nuovo convinto che ce la si possa fare. La B è un patrimonio, guai a perderla. Addio Marcolin, bentornato Tesser: pensaci tu (scusi la confidenza, ci siamo parlati una sola volta in conferenza stampa a Como) a rimettere a posto quel che l’uomo degli incubi ha assurdamente devastato. E chissà che a Vercelli assieme alla rinascita non arrivi anche la maglia dal direttore. Chiedo troppo?

di Omar Gargantini

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