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“Le esultanze di Juary mi hanno fatto innamorare dei lupi, adesso occorre la stessa grinta come in serie A”

Il suo amore per l’Avellino è sbocciato nel lontano campionato 1978 -1979 quando arrivò la prima salvezza in serie A. Svizzero di nascita ma appassionato dei lupi dall’età di nove anni, Omar Gargantini porta nel cuore la sua passione per i colori biancoverdi con tanto di nickname su twitter (@gargalupo) indicante la sua simpatia per il team irpino. Giornalista per la RSI (Tv Nazionale del Canton Ticino), Gargantini  si occupa del campionato svizzero e dell’Hockey su ghiaccio ma segue settimana dopo settimana le vicende di Castaldo e compagni ma non sono mancate le occasioni in cui ha provato sul campo l’emozione di vedere da vicino le gesta dei suoi beniamini.

Omar come nasce questa sua passione per l’Avellino?

“Mi sono affezionato a questa squadra quando è salita in serie A. Ero bambino. Sono rimasto colpito dalla capacità di saper gettare il cuore oltre l’ostacolo ed ottenere la salvezza contro squadre fortissime. Le emozioni che ho provato non le dimenticherò mai. Adoravo vedere esultare Juary facendo il giro della bandierina del calcio d’angolo dopo ogni goal realizzato. Tutti sceglievano di tifare la Juventus, l’Inter o il Milan. Io scelsi l’Avellino.”

Quale giudizio attribuisce all’attuale squadra?

“Ho sempre riconosciuto il merito di aver costruito delle squadre forti ed importanti pur non avendo un budget stratosferico. Devo ammettere, tuttavia, che quest’anno la rosa è costruita male. Prendete la difesa: otto giocatori in quel reparto in cui l’unico a salvarsi a mio avviso è Biraschi. Il resto credo non sia all’altezza della categoria. Tesser aveva capito questo problema, non la società.”

E’ stata sbagliata anche la campagna acquisti a gennaio così come la cessione di Trotta?

“Non si è rafforzato lì dove si era deboli. Siamo rimasti scoperti in alcuni punti nevralgici e ne stiamo pagando le conseguenze. Su Trotta bisogna ragionare sul fatto che la società in questo caso ha puntato a fare cassa, pensando al bilancio. Anche in questo caso rimpiazzare un giocatore di prospettiva come il casertano non è stato facile ma anche in questo caso non è arrivata una giusta contromossa.”

Con la sconfitta casalinga arrivata per mano del Pescara, la situazione si è leggermente complicata.

“Guardando il calendario mi vengono i brividi: affrontiamo Perugia e Trapani nell’immediato. Avversarie che non lasceranno nulla al caso. Forse col Como potremmo avere il compito un tantino più facile ma già con la Pro Vercelli, gara che seguirò dal vivo, potrebbe rappresentare un importante spartiacque.”

A suo avviso la società da chi dovrebbe ripartire nel futuro?

“Non attribuirei le colpe alla vecchia guardia. La serie B va innanzitutto salvaguardata da coloro che scendono in campo: credo che sia la categoria giusta per una città come Avellino.Retrocedere sarebbe un peccato.”

Quali gare dell’Avellino ricorda con piacere?

“Premetto che non ho mai avuto il piacere di poter assistere ad un match al “Partenio – Lombardi” ma è la promessa che mi sono fatto per il futuro. Ricordo a Pescara nel 1995, in occasione dello spareggio contro il Gualdo. Lo spettacolo dei tifosi era qualcosa di meraviglioso: ancora ho negli occhi la scena dei tanti supporters che si avvicinavano al terreno di gioco durante la sequenza dei calci di rigore pronti per l’invasione finale. Ho assistito al pomeriggio di Crotone nel 2003 e sono stato a Catanzaro nell’ultima promozione in serie B.”

Ha citato Juary ma chi altro giocatore in maglia biancoverde l’ha fatta emozionare?

“Dirceu è un altro calciatore che ho ammirato tanto quando giocava con voi. Nel recente passato come non ricordare i goal di Gigi Molino o lo stesso Castaldo. Per Gigi l’età inizia a farsi sentire ma resto dell’idea che è uno dei calciatori più decisivi in serie B.”

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