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Avellino, reparti sotto accusa ma forse il problema è tutto in quei “freddi” numeri…

E’ da inizio stagione che in ogni partita dell’Avellino come nel gioco della torre viene buttato giù un giocatore o un reparto per trovare il capro espiatorio di una partita non vinta o giocata male. La difesa senza dubbio è stato l’obiettivo più colpito e più scaricato da ogni parte ma anche il centrocampo spesso è stato richiamato a filtrare e costruire di più. Prima di Ascoli anche l’attacco era finito sul ceppo del boia vista la sterilità offensiva che non consentiva all’Avellino di recuperare neanche un gol. Forse però un aspetto che è venuto fuori in maniera lampante nella sfida con l’Ascoli riguarda altro e va oltre il singolo o il reparto ma pesa su una predisposizione tattica e di concempimento di manovra molto chiara. Analizzando alcuni numeri dell’Avellino si trova un buco tremendo e due indici numerici che mettono l’Avellino in perenne difficoltà: il possesso palla e i passaggi riusciti. Nella classifica stagionale l’Avellino di Tesser naviga terzultimo per il primo indicatore e addirittura ultimo per il secondo. Quando non tieni palla matematicamente la tengono gli avversari e quindi è probabile che possono far male. Quando sbagli molti passaggi fatichi di più e prima o poi vai in affanno. Due concetti fondamentali venuti fuori anche con l’Ascoli forse in maniera molto evidente. Contro il Picchio l’Avellino vince 4 a 3 ma tiene palla solo per il 45% del match rispetto al 55 dei bianconeri. 427 palle giocate rispetto alle oltre 500 degli avversari con una percentuale di passaggi riusciti del 51% rispetto al 64 degli uomini di Mangia. Ogni partita avviene questo e quando non ti gira bene e non riesci a fare gol viene fuori una sconfitta o un pareggio.

Guardando questi numeri sembra quasi normale che prima o poi qualche reparto vada in difficoltà. Bisogna distaccarsi qualche volta dal concetto di singolo e guardare i freddi numeri. Perchè ad esempio Biraschi nel match al Del Duca fa due errori e regala due gol a Cacia ma è stato il miglior uomo della partita per recupero palloni con ben 28 interventi. Due li ha sbagliati ed eccolo sul banco degli imputati a pagare per tutti. L’impronta data da Tesser alla squadra è quella di una formazione cinica che con blitz improvvisi porta il bottino a casa.  In questo articolo non si afferma che questo sia sbagliato, il Carpi con gli stessi numeri e con le stesse caratteristiche gioca in serie A, si cerca di vedere la squadra sotto un altro aspetto quello freddo dei numeri. Se l’Avellino fosse riuscito a cambiare pelle dopo il 2 a 0 ad Ascoli e far salire la percentuale di possesso palla e di passaggi riusciti non sarebbe andato in difficoltà, non avrebbe consentito all’Ascoli di rituffarsi in attacco e ora staremo parlando di una settimana diversa con il cuore al suo posto dopo la partita al Del Duca. Perchè è una questione di equilibrio. Essere al centro di quelle due classifiche su citate forse darebbe all’Avellino maggior consapevolezza e forza, al di la dei singoli. Ma questi sono solo “freddi” numeri.

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