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Ripescaggi – Rapisarda: “Catania in B, a meno di influenze politiche”

Il Catania, grazie alla sentenza favorevole al Novara, è tornato in corsa per un posto in Serie B, infatti grazie all’avvocato Grassani, il Novara, e di conseguenza anche il calcio Catania, hanno fatto decadere la norma che escludeva dai ripescaggi chi avesse scontato nelle tre stagioni precedenti sanzioni per il mancato pagamento di stipendi, ritenute e contributi. Norma illegittima perché retroattiva, cosi ha stabilito il Tribunale Federale Nazionale.

L’avvocato dei catanesi, Giuseppe Rapisarda, spiega al portale mondocatania.com, la linea che è stata seguita da entrambe le società, sferrando un duro attaccato allo storia passata del calcio italiano:“La sola differenza è che, rispetto al passato, non si vedono figure grigie come quelle di Matarrese e Carraro a far da coscienza tra l’interpretazione dei regolamenti e l’applicazione della giustizia”

“Il Novara ha impugnato davanti al Tribunale Federale nazionale un comma che riguarda i criteri di ripescaggio dei club, che lo escluderebbe in ragione di una “irregolarità” finanziaria commessa in un tempo precedente all’emanazione del criterio stesso. Ovvero quando la società non poteva ovviamente conoscere che venendo meno a un determinato obbligo, sarebbe incorsa nell’esclusione dalla possibilità di partecipare – alla pari di altre squadre – ai famosi ripescaggi. Da rilevare c’è tra l’altro che per omissioni o ritardi negli adempimenti fiscali e tributari le società sono già sanzionate in via autonoma con punti di penalizzazione afflittivi. Gli stessi scontati dal Catania nella stagione 2015/16 e che di fatto, alla pari del Novara, determinavano l’esclusione dei rossazzurri dalla possibilità di entrare nella graduatoria dei ripescaggi.

L’appello: I critici verso la sentenza del TFN, almeno sino ad oggi, sulla base del principio che il processo sportivo sia mutuato nei suoi principi regolatori da quello amministrativo, sostengono che mancherebbero nel procedimento le cosi dette parti controinteressate . Ovvero quelle società che avrebbero un danno dalla presenza di Novara (e Catania) nel Lotto delle ripescabili. E pertanto sostengono che a queste avrebbe dovuto essere notificato il ricorso. Un presunto errore in procedendo del primo grado che potrebbe, se accolta l’eccezione, portare alla nullità della sentenza in sede di appello.

Più fragile sembra un’altra eccezione di inammissibilità riguardo al ricorso che ha portato alla modifica della graduatoria di ripescaggio. Quelle che punta il dito verso la condotta del Novara che, secondo i club penalizzati dalla sentenza, non avrebbe avuto legittimazione ad impugnare regolamenti interni della Figc volti ad individuare i criteri di selezione per le squadre da ripescare. L’interesse legittimo dei piemontesi al riguardo appare invece evidente.

La decisione: La “partita” sui ripescaggi resta aperta. Molto conterà in appello la valutazione “politica”, come detto. Quella giuridica servirà a dar forma e precise scelte di campo della FIGC. Gli avvocati sono di parte. Chi scrive è di parte. L’augurio che si può fare al Catania è che la bravura indiscussa di Mattia Grassani, il legale del Novara – lo stesso che con ostinazione aprì le porte al Catania già nel 2003 alla B ingiustamente negata attraverso un durissimo contenzioso – possa ripetere il miracolo. Ma fondandosi solo sul diritto e sui regolamenti non sarà né facile né semplice.

Non resta che attendere i motivi di appello ed augurarsi che la decisione in secondo grado rifugga da cervellotiche interpretazioni orientate più dalla politica che dalla ragionevolezza giuridica e affronti la questione nel merito. Quella posta dall’avvocato Grassani del Novara in modo lineare in primo grado. La stessa che, nella vita reale, potrebbe essere tradotta col “non si può punire qualcuno con la galera, adesso, per qualcosa che non era reato da galera quando è stata commessa.”

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