CALCIO

Serie D – Si chiama Gullit, segna a raffica: Okyere, l’altra faccia dell’integrazione

Nei giorni in cui Moise Kean conquista la ribalta mediatica per i suoi primi gol in Nazionale, ergendosi così a simbolo dell’integrazione e di un’Italia multiculturale, in Serie D c’è un altro attaccante che strappa applausi e che con il centravanti bianconero condivide le origini africane, la cittadinanza italiana e la voglia di combattere il razzismo e l’idea di diversità a suon di gol.

Il suo nome è Gullit Asante Okyere e le sue reti – già 10 sin qui – stanno trascinando la Pergolettese di mister Matteo Contini e dell’ex difensore biancoverde Alessandro Fabbro verso la promozione in Serie C, nel girone in cui le grandi favorite si chiamavano Modena e Reggio Audace. Figlio di immigrati ghanesi, Okyere nasce nel 1988 a Santa Maria Capua Vetere – nel Casertano – e cresce poi a Palazzolo, dove la sua famiglia si trasferisce per lavoro. Ed è proprio al Nord che l’attaccante, oggi alla Pergolettese, comincia la sua trafila.

Prima l’Atalanta, con cui al Torneo di Viareggio nel 2009 realizza una doppietta contro la Juventus di Giovinco con tanto di gol da centrocampo, poi il lungo peregrinare tra Serie C e campionati dilettantistici. Un viaggio che lo porta dalla Caravaggiese alla Giana Erminio, passando per Grumellese e Palazzolo. Una serie di avventure vissute con un comune denominatore: il gol. E di reti Okyere ne ha realizzate tante, 135. A 31 anni con ogni probabilità non avrà un’occasione nel grande calcio, ma intanto fa sognare i tifosi della Pergolettese e continua a segnare in nome dell’integrazione. D’altra parte il suo nome di battesimo, Gullit, non è casuale ma è un voluto omaggio del padre – tifosissimo del Milan – al fuoriclasse olandese protagonista in rossonero a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. E il famoso attaccante con le treccine è noto oltre che per le sue meravigliose qualità tecniche anche per l’impegno nel sociale, in favore soprattutto dell’accoglienza e contro il razzismo. Una questione che Okyere sente vicina e a cui crede si debba rispondere con l’indifferenza, come dichiarato in un’intervista di qualche tempo fa. Alle parole e alle polemiche, Gullit Okyere preferisce il linguaggio universale del gol. Quello che grida contro le discriminazioni e spalanca le porte all’integrazione.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio