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Algeria calcio – L’immagine pro Palestina fa arrabbiare l’Arabia Saudita

Non si placa la tensione nel mondo per la decisione di Donald Trump di spostare l’ambasciata americana dalla città di Tel-Aviv a Gerusalemme Ovest, riconoscendo quest’ultima come capitale de facto dello Stato di Israele.

Non ultimo l’episodio avvenuto durante una partita del campionato algerino di calcio. Gli ultras dell’ Ain Melilla (AS Aïn M’lila), squadra militante nella Ligue 2 algerina – l’equivalente della serie b italiana – hanno organizzato una manifestazione pro-Palestina sugli spalti dello stadio ” Stade des Frères Demane Debbih ” di Algeri, facendo scoppiare le ire dei funzionari dell’ambasciata saudita ad Algeri.

Gli ultras dell’Ain Melilla hanno organizzato questa manifestazione durante la competizioni sportiva, in contemporanea alla visita del Presidente dell’Assemblea Consultiva  saudita, Abdullah bin Mohammed bin Ibrahim al-Sheikh, al Governo di Algeri per discutere dei legami bilaterali fra i due stati.

I tifosi hanno introdotto all’interno dello stadio un maxi striscione raffigurante il re saudita Salman bin Abdulaziz e Donald Trump, accompagnato da uno striscione “Due facce della stessa medaglia“.

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Queste, le parole che in Arabia Saudita sono state percepite come un affronto, un’insulto ala figura del re Salman.

Le autorità algerine in un primo momento non hanno rilasciato nessuna dichiarazione in merito come riportato dall’agenzia turca Anadolu. Ma la Fifa, su pressioni dell’Arabia Saudita, ha chiesto chiarimenti in merito alla federazione di calcio algerina e di indagare accuratamente su quanto avvenuto. Sami al-Saleh, l’ambasciatore saudita in Algeria, ha detto che l’ambasciata esaminerà l’incidente prima di prendere qualsiasi misura, ma ha detto che il regno “non lascerà passare questa mossa senza una risposta ferma”.

Tutto ciò ha costretto le autorità algerine alla chiusura dello stadio dell’Ain Melilla, vietando qualsiasi genere di manifestazione politica all’interno delle strutture sportive.

La muta risposta dell’Arabia Saudita al riconoscimento di Gerusalemme come capitale israeliana, non sono passate inosservate al pubblico arabo.  Non solo in Algeria, ma anche in altre zone del medio oriente il re saudita viene bersagliato dai manifestanti, è accaduto in Giordania, in Libano e persino a Gaza.

Riyad adesso si trova nell’occhio del ciclone, perdendo consensi regionali per il suo mutismo in merito, mentre la Turchia di Erdogan apre la strada al riconoscimento di Gerusalemme Est come capitale dello stato palestinese, in netta contrapposizione con quanto deciso dal presidente Donald Trump.

 

 

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