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Calcio – Gli Underdog dei Mondiali edizione per edizione

di Vincenzo Boniello

Dal 1930 al 2018 sono passati ben ottantotto anni, venti edizioni, molti papi, una guerra mondiale e una fredda, altri conflitti in ogni angolo del mondo, nonché gol, vincitori, vinti e squadre che ogni anno hanno lasciato inaspettatamente un segno.

In questo articolo, proveremo a riassumere e a farvi rivivere, in poche righe, le emozioni dei Mondiali, mettendo in evidenza la squadra Underdog di ogni edizione, ovvero la sorpresa.

Il "Maracanazo" il gol che nel 1950 decide la Coppa del mondo e manda in depressione i Brasiliani
Il “Maracanazo” il gol che nel 1950 decide la Coppa del mondo e manda in depressione i Brasiliani

URUGUAY 1930 – STATI UNITI – La prima edizione della Coppa del Mondo è organizzata tra le rive del Rio de la Plata, l’unica ad avere come un’ unica sede: Montevideo. Quattro gironi, due da quattro e due da tre, nei quali si qualificano solo le prime classificate. Tra esse emerge una squadra zeppa di stranieri, oriundi e qualche Yankee. Gli Stati Uniti contano tra le loro fila scozzesi, inglesi ed altri ‘gruppi misti’. Sorprendentemente superano il girone a spese di Belgio e Paraguay, entrambe sconfitte tre a zero, salvo poi essere eliminati in semifinale dall’Argentina per sei a uno.

ITALIA 1934 – AUSTRIA – Voluta fortemente da  Benito Mussolini, l’edizione del ’34 è organizzata in Italia. La sorpresa è sicuramente l’Austria, il cosiddetto Wunderteam, ovvero squadra dei sogni. Gli austriaci infatti soccombono solo in semifinale a coloro i quali alzeranno poi il trofeo, l’Italia, perdendo la finalina contro la Germania, dopo aver messo in fila Francia ed Ungheria, in un derby definito come una vera e propria guerra.

FRANCIA 1938 – BRASILE – Detto alla luce di quanto abbiamo visto in venti edizioni di Mondiali, sembra essere un paradosso affiancare al nome del Brasile la categoria di sorpresa. Tuttavia per quei tempi lo era, dopo le prime due edizioni quasi anonime, comincia a crearsi un humus intorno al quale poter far fiorire una nazionale a lungo termine, la più vincente di tutte. Il Brasile del ’38. Vince agli ottavi con l’esordiente Polonia, sconfigge nell’extra time la formidabile Cecoslovacchia, è sconfitto dai campioni in carica in semifinale (Italia) e vince la finalina con la Svezia centrando un bronzo quasi inaspettato.

BRASILE 1950 – SVEZIA – Nel mondiale del Maracanazo e dell’ultimo successo della Celeste proprio alle spese dei padroni di casa, gli scandinavi giungono sul suolo carioca da campioni olimpici in carica. Vincono il girone contro i bicampioni in carica dell’Italia, tragicamente ridimensionati sotto ogni punto di vista dopo Superga (e contestati per la decisione di raggiungere il Brasile, proprio per la paura di volare, con la nave), nel girone finale perdono 7-1 col Brasile e tre ad uno con l’Uruguay, ma strappano una vittoria per lo stesso risultato alla Spagna, conquistando un notevole terzo posto iridato.

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