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La costosa ossessione del Qatar: il calcio

Se ne parla da settimane del trasferimento di Neymar al PSG, con una manovra ai limiti della legalità che è riuscita ad aggirare la complessa norma del Fair Play finanziario voluta dalla Fifa da oramai quasi 10 anni. Oltre alla cifra da capogiro, sborsata per aver il talento brasiliano, quel che colpisce è l’ossessione del Qatar per il mondo dello sport. Un allargamento delle proprie trame politiche sulla scena internazionale che passano per lo sport, in primis per il calcio, lo sport d’eccellenza europeo, che appassiona e fa sborsare, a milioni di persone, fiumi di denaro.

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Quel che sta accadendo nel 2017 tra il Qatar e la scena calcistica mondiale ha subito una brusca accelerata nel momento in cui i Paesi Arabi confinanti (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi, Egitto e Yemen) hanno interrotto i rapporti diplomatici con Doha, accusando la famiglia Al-Thani di finanziare il terrorismo internazionale. Ma dietro la scelta che contrappone Riyad a Doha, vi sono delle ragioni ben più sottili, che riguardano i buoni rapporti che il Qatar intrattiene con l’Iran sciita, grande rivale nell’area del golfo dell’Arabia Saudita di matrice sunnita. I rapporti fra Arabia Saudita e Qatar sono già tesi da tempo, in quanto il governo di Doha non si è voluto allineare alle direttive anti iraniane sancite dal summit di Ryad dello scorso 18 maggio 2017 con il benestare del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Una vera e propria crisi di visibilità quella affrontata dalla famiglia Al-Thani, che negli ultimi anni ha investito fiumi di petrodollari in vari settori, dalle compagnie aeree alle banche e soprattutto nello sport. Il Paris Saint Germain appartiene fedelissimo della famiglia Al-Thani, Nasser Al-Khelaïfi, gia al comando della Qatar Sports Investement e l’assegnazione anticipata, per la prima volta nella storia, del mondiale del 2022, nella speranza di migliorare la propria visibilità in occidente. Si tratta di “soft power” ma attuato con la tecnica contraddittoria dello Schock and awe (sciocca e terrorizza). Questa tecnica solitamente è riconducibile all’ambito militare, ma in questo caso il paragone regge bene: 300 mln di euro sborsati per il talento brasiliano, 300 mln che hanno aggirato le regole imposte dal fair play finanziario, 300 mln che hanno scioccato il calcio europeo evidenziando lo strapotere della famiglia di Doha e delle sue capacità d’inserimento nelle lacune di una regola in vigore da 10 anni.

Ma non finisce qui il 14 Agosto, il Bayer Monaco ha firmato un contatto di sponsorizzazione con l’areoporto internazionale di Hamad, inserendo sulle maniche delle maglie il logo HIA-Qatar, un accordo da 40 mln di euro annui per il club bavarese.

«Il rafforzamento di questa fantastica sponsorizzazione tra l’aeroporto del Qatar e il Bayern Monaco dimostra veramente come lo stato del Qatar sia leader mondiale nello sport. Il logo HIA-Qatar sulla manica di ciascuna maglia del Bayern Monaco aiuta a mostrare l’importanza che noi, come Nazione, abbiamo per lo sport come mezzo per unire le persone. Il potenziamento della sponsorizzazione di HIA-Qatar è ulteriormente allineato con l’ambiziosa visione della nostra nazione», ha commentato Akbar Al Baker, CEO della Qatar Airways.

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Qatar Airways, inoltre, è stato sponsor del Barcellona fino al 30 giugno scorso, quando i blaugrana hanno cominciato a vestire il marchio giapponese Rakuten. L’accordo con Qatar Sports Investment (QSI) per la sponsorizzazione dal dicembre 2010 al 30 giugno 2016 (poi rinnovato per un’ulteriore stagione) ha portato nelle casse del club catalano 171 milioni complessivi. L’addio allo sponsor qatariota da parte del Barça sarebbe stato tra i motivi che hanno portato allo “sgarbo” Neymar. Aspettando il 2019 per veder scadere il contratto di sponsorizzazione della società parigina con la compagni emira della Fly Emirates, società che fin dai primi giorni di tensione internazionale fra Emirati Arabi e Qatar ha preso le distanze comunicando che non rescinderà nessun genere di contratto stipulato.

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Lo sport come fattore di crescita della propria autostima nello scacchiere internazionale non è passato inosservato, basti vedere episodi avvenuti in altre discipline alquanto discutibili: una delegazione olimpica qatariota che ha partecipato all’edizione brasiliana delle olimpiadi di Rio, era composta da 23 atleti nati all’estero su 38, evidenziata dalla nazionale di pallamano qatariota (argento ai Mondiali del 2015) composta solo da 3 atleti nativi del Qatar.LV_20150114_LV_FOTOS_D_54422604544-992x558@LaVanguardia-Web Un altro esempio di come il Qatar si muova nel mondo sportivo, con la teoria del “tutto è monetizzatile, tutto può esser comprato” è efantizzatpo da un gruppo di Ultras “affittati” un gruppo di 60 spagnoli è stato pagato dal Qatar per trascinare il pubblico di casa in occasione di un match di pallamano.

 

Insomma quel che stiamo vivendo è un chiaro segnale che qualsiasi mossa politica non isolerà mai il Qatar.

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