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Mogadiscio senza calcio

Il calcio oramai si lega sempre piu alla politica. A Mogadiscio, capitale della Somalia, il gruppo jihaidista al-Shabaab, hanno ordinato la chiusura di tutti i campi da calcio.

Questa particolare ordinanza, non nuova al mondo dell’estremismo islamico, è riservata ai tre distretti di Kaaran, Yaqshid e Heliwaa, territori controllati dall’estremismo islamico, volto a limitare qualsiasi ingerenza occidentale nella vita della popolazione locale, passando anche per lo sport. Al momento le notizie trapelate parlano di oltre 20 match sospesi in quelle 3 macro zone della Somalia.

Un rapporto complicato questo dell’estremismo somalo con lo sport piu diffuso al mondo, tanto che gia nel 2010 il gruppo al-Shabaab si è sentito minacciato dal progetto governativo che utilizzava il calcio proprio come arma per contrastare il fenomeno dei bambini soldato.

In risposta a queste pratiche governative il gruppo estremista ha approfittato di eventi calcistici mondiali, che raggruppavano persone nei vari centri cittadini dello stato africano, per attuare attentati contro la popolazione civile, sottolineando il proprio odio verso lo sport e la cultura occidentale. Nel 2010, il giorno della finale dei mondiali in Sudafrica fu l’occasione per sferrare un attentato e provare la morte di 74 persone, stessa sorte per la finale Brasiliana, che vide al-Shabaab sferrare due attacchi nella città di Mpeketoni, nella zona costiera del Kenya, portando alla morte oltre 60 persone.

L’odio dell’estremismo islamico nei confronti di questo sport sta aumentando sempre di piu, fomentato da estremismi malsani che vedono il calcio come arma di conquista del mondo occidentale.

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