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Ultras Bastia 1905, parla il leader Paoli: “Non smetteremo mai di combattere per la nostra Corsica”

[tps_title]La storia[/tps_title]

Settimane di indipendentismo. La Spagna e la diatriba con la Catalogna hanno attirato le attenzioni di tutta Europa. Il Barcellona, uno dei club più importanti d’Europa ha espresso la propria vicinanza ai manifestanti e non sono mancate le dichiarazioni da parte dei giocatori, evidenziando il legame sempre più solido che si crea fra la politica e lo sport, fra identità culturale ed una maglia. E la Catalogna non è l’unico esempio esistente in Europa di territorio ribelle, in ogni angolo europeo individuiamo popolazioni alla ricerca dell’autodeterminazione, l’affermazione di una propria identità sociale e statale,  una ricerca spessa fallimentare per via dell’opposizione dello Stato maggiore.

A poche miglia dalle coste italiane, c’è un’intera regione sull’orlo di una crisi politica e sociale. Una regione che da secoli viene ignorata ma da sempre ha lottato per la proprio autodeterminazione. Una regione non ricchissima ma con un territorio dal valore storico, politico, e soprattutto geografico importantissimo. Stiamo parlando della Corsica, regione divenuta francese solo nel 1768, ceduta in pegno per debiti dalla Repubblica di Genova a Luigi XV, isola che ha dato i natali a Napoleone Bonaparte, da sempre caratterizzata per lotte indipendentiste e una repulsione per gli occupanti (Stato Francese). La Corsica ha respirato qualche anno di indipendentismo, infatti nel 1755 sotto la guida di Pasquale Paoli “babbù di a patria” cosi comunemente chiamato sull’isola, fu istituita la repubblica Corsa, il primo stato europeo dotato di una costituzione democratica. Nel 1914 l’isola non fu altro che un enorme dispensa di truppe durante la Prima Guerra Mondiale, tramite una legge speciale furono mandati al fronte piu di 40.000 uomini di cui poco meno della metà non fecero più ritorno.

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