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“Borriello? Può far invidia a Rocco Siffredi” e la Cassazione archivia

“Borriello è un noto calciatore, personaggio pubblico fatto oggetto di attenzione dagli amanti del calcio. Inoltre egli stesso si è esposto sui media col racconto delle sue vicende, ulteriormente amplificate dai resoconti delle donne con cui aveva intrattenuto relazioni. In tale contesto non può revocarsi in dubbio che interessino al pubblico le sue qualità sportive, la considerazione in cui è stato tenuto dai dirigenti delle squadre di calcio in cui ha militato, la serietà e l’impegno con cui adempie agli obblighi connessi alla posizione occupata, nonché il rispetto, da parte sua, delle regole della professione. Ne consegue che Borriello non può pretendere l’oblio su fatti qualificanti della sua vita calcistica, quali la squalifica per doping o l’estemporaneo comparire sui campi di calcio, e non può pretendere il silenzio sulle espressioni da lui utilizzate nel corso di interviste volontariamente rilasciate”.

Così, con questa motivazione, Marco Borriello, oggi al Cagliari, si è vista rigettare la richiesta di risarcimento da parte de “Il Fatto Quotidiano”. La Cassazione si è definitivamente pronunciata su un episodio di alcuni anni fa, in cui il quotidiano, in un passaggio di un articolo sul calciomercato parlò di Borriello e in un passaggio, ritenuto diffamatorio dal calciatore si parlò così. “Se non fa invidia a Messi, di certo può farla a Rocco Siffredi” con il chiaro riferimento alla vita amorosa del calciatore e alle sue avventure legate al gossip.

 

Marco Borriello non può appellarsi ad alcuna privacy, secondo la Cassazione. Ed essendo un personaggio pubblico famoso sul campo ed anche fuori non avrà diritto a nessun risarcimento.

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