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Il caso – Roma-Samp: la solidarietà va autorizzata… E il calcio muore

Giorni di paura, giorni di avvenimenti per niente piacevoli per l’Italia intera. Il centro Italia sconvolto da terremoti e neve. Uscire fuori per mettersi in salvo dal terremoto ma andar fuori dove vi è la neve e temperature rigide. Un controsenso per le persone che non sanno cosa poter fare.

L’altro ieri una slavina ha investito un’albergo, spiazzando tutti e facendo temere il peggio per tutti, poche ore fa la notizia di aver ritrovato al momento 10 persone vive all’interno e tratte in salvo, speriamo che il numero aumenti e che tutti i bambini vengano salvati.

In questo clima angoscioso, ieri si è disputato il match di Coppa Italia Roma vs Sampdoria, match valevole per i quarti di finale del torneo. Atmosfera calda sugli spalti in attesa della partita ma fuori dallo stadio dei supporters doriani vengono fermati.

La loro colpa?! Portare con se uno striscione a sostegno delle vittime del sisma e del grande gelo che sta affliggendo il centro Italia. Nessun arma, nessun fumogeno, nessuno striscione inneggiante all’odio ma solo un semplice pezzo di carta spessa che cerca di unire tutti verso le vittime di tali disastri naturali.

Sia ben chiaro che secondo le norme esistenti la cosa è legittima (art. 16/17/18), va sottolineato, ma a volte le norme si confermano quantomeno assurde soprattutto se si lanciano messaggi del genere.

Si parla di stadi a misura di famiglia, di bambini, luoghi di divertimento, ma alla fine se la solidarietà viene a mancare crolla tutto quello che insegna lo sport. Il rispetto per gli altri.

Lo striscione incriminato.
Lo striscione incriminato.

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