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L’editoriale – Ha ragione Taccone: che domande si fanno in un giorno di festa?

Ha ragione il patron. In un giorno di festa, come ci si permette di chiedere, a lui, che ne pensa della decisione della Covisoc di escludere l’Avellino? “Rompete i co…ni anche in un giorno di festa”. Giusto. Geniale. Stupefacente.

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Che fosse l’inizio del declino lo si sapeva già da un pezzo. Ma la domanda è giusta presidente. Sciocca persino. Ma la sua reazione lo è di più. Perchè in questo giorno di festa lei già sapeva che sarebbe stato escluso dal campionato momentaneamente. In questo giorno di festa Lei si sarebbe dovuto presentare alla festa e chiedere scusa ai tifosi. Ed invece, ancora una volta, ha mostrato tutta la sua fiera arroganza usando toni offensivi e minacciosi nei confronti di un giornalista di SportAvellino come Michelangelo Freda che le ha fatto una domanda seria. Sensata. Una domanda a cui avrebbe dovuto dare risposta e cosa importante, avrebbe avuto l’opportunità, forse, di rassicurare i tifosi che, mentre lei scappava (perchè stava scappando dall’uscita posteriore del bar mentre tutti l’attendevano all’entrata) leggevano sul nostro portale in anteprima nazionale la notizia dell’esclusione dell’Avellino, insieme al Bari e al Cesena, dalla Serie B. Perchè la notizia della non ammissione è arrivata nel corso della festa. Chiamiamola così. Le campane all’improvviso hanno cominciato a suonare a morte. E lei, invece di fermarsi e rassicurare tutti, cosa faceva? Scappava. Ma poi perchè se fino a pochi giorni fa, all’uscita dal notaio Giordano, col sorriso, aveva detto che era tutto a posto? La notizia di oggi conferma che Avellino non ha futuro.

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Che Avellino ormai ha due sole strade davanti: o il fallimento o un miracolo. Più facile la prima che la seconda. Perchè per i miracoli non siamo fortunati. Non verrà nessuno ad occhi chiusi a rilevare il club che Lei non vuole vendere. Non verrà nessuno a mettere milioni sul tavolo per ripianare le perdite e ripartire da zero. E siccome, noi, ai miracoli non ci crediamo, non possiamo nemmeno augurarci il fallimento. Ci stiamo solo dando a schiaffi pensando di risvegliarci da un brutto sogno. Ma questo, sogno, non è. E’ realtà. Siamo sull’orlo del precipizio. Lei ci sta accompagnando al suicidio. Ci sta spingendo giù dal burrone come fece l’altro avellinese Pugliese.

Ma è anche giusto ora aspettarsi la giusta reazione. I tifosi, pur volendo, e nelle loro rispettive rappresentanze, non acquisirebbero mai un 1% di una società che può fallire. Non lo farebbe nessuno.

Ci risvegli allora Taccone. Ci dica per sempre come stanno le cose e se non può proseguire metta la squadra nelle mani del sindaco e non ci faccia ripartire dalla serie D. Salviamo il titolo, salviamo il salvabile. Salviamo la dignità. Lo faccia per la città. Lo faccia per l’Irpinia.

Serve l’ultimo atto di amore.

Sentenza Covisoc, Avellino escluso insieme a Bari e Cesena

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