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Quagliarella choc: “Lasciai Napoli, ero minacciato. Ora la giustizia ha vinto”

Dopo anni di indagini, la triste vicenda che ha coinvolto Fabio Quagliarella si è definitivamente conclusa. Il giocatore della Samp, per lunghissimi anni nel mirino di uno stalker durante la sua militanza nel Napoli, ha vinto in Tribunale la sua battaglia. Descritto come un camorrista e pedofilo, da un poliziotto della Postale del capoluogo campano, il giocatore si è sempre ribellato alle accuse, tanto da spingerlo a lasciare Napoli con accuse anche infamanti come quelle di “mercenario” e “traditore”. Il Tribunale di Castellammare di Stabia (provincia di Napoli), ha infatti condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione, l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e risarcimento dei danni in separata sede R.P.: lo stalker che, tra gli altri, ricattò anche l’attuale attaccante blucerchiato. “Adesso sono più tranquillo – ha spiegato il giocatore a Sky Sport in diretta subito dopo il match contro il Cagliari– perché giustizia è stata fatta”. Poi ci tiene a fare delle precisazioni sul suo addio al Napoli. “Il mio rapporto con De Laurentiis cambiò proprio per colpa di questa triste vicenda. Oltre alle minacce a me e alla mia famiglia, arrivarono infatti lettere anonime al Napoli in cui venivo descritto come un camorrista oppure un pedofilo”. “Ora è tutto finito – dice con le lacrime agli occhi Quagliarella – La decisione del Giudice è la conferma di quello che ho sempre sostenuto. Il mio addio al Napoli, ha avuto delle motivazioni ben diverse rispetto a quelle di cui si parlava all’epoca. Son dovuto scappare, andare via per la tranquillità mia e della mia famiglia”. “Sono andato via da Napoli per questo – continua – Adesso l’Italia lo sa. Non sono un traditore. Stavo bene a Napoli. Napoli era ed è la mia città. Ma dovevo tutelare me, la mia famiglia, i miei nipoti, i miei fratelli. Ho vissuto 4 anni da incubo. Ma sono un professionista e non potevo parlare. Non potevo gridare al mondo tutto quello che provavo dentro

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