“Traditi sul più bello e nel giorno più importante, non lo meritiamo”
di Omar Gargantini
Caro direttore,
che dire, questa è una botta tremenda. Impensabile. Assurda. Sul 2-0, col Partenio bello come non si vedeva da anni, avevamo il derby in mano e il primato in solitaria almeno per una notte. Poi è successo quel che è successo: e spiace doverlo dire, perché sul piatto della bilancia il mister è ancora in netto credito, stavolta la partita l’ha persa Novellino. Paghera per un trequartista è un cambio che grida vendetta. Un messaggio di remissività anziché andare ad affossare del tutto un avversario ormai sull’orlo del baratro. La partita è girata in quel momento.
Paghera ha fatto il suo tempo ad Avellino, eppure Novellino continua ad impiegarlo. Non riesco a spiegarmene il motivo, se non quello di non svilirne il valore in chiave mercato di riparazione, visto che con uno stipendio alto altrimenti non lo vendi più. Ma è una personalissima interpretazione, sia chiaro.
Intanto oggi ci siamo risvegliati a pezzi. Con una classifica sempre accettabile ma con possibili conseguenze emotivo-psicologiche per un gruppo che ora più che mai deve dimostrare di avere gli attributi. Si deve reagire e ripartire: ma bisogna farlo subito. Assolutamente. Per non ritrovarsi invischiati in problematiche che si pensava con un po’ di ingenuità di aver già sdoganato. Si pensava e in fondo si continua a pensare che quest’anno si possa perlomeno navigare in acque tranquille e quindi scivolare in zona-playout riaprirebbe antiche ferite. L’Avellino deve andare a Pescara a far punti: lo deve a se stesso. E lo deve anche o soprattutto ad una tifoseria straordinaria che si sente tradita. Tradita proprio sul più bello nel giorno più importante.
Si, stamattina siamo tutti a pezzi. Ma è nel nostro DNA non arrenderci mai.