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Alberani, le chiacchiere stanno a zero

Stanno sfumando uno ad uno. Chi se ne va a destra, chi a sinistra. Tutti scappano dalla Scandone. Ma perchè? Perchè? Eppure alla presentazione in pompa magna al PaladelMauro, De Cesare aveva acceso la speranza. “Li ho convinti a dire si all’Avellino perchè ho parlato loro della forza del lupo, della sua cattiveria, della sua passione”. Belle parole del patron che avevano strappato applausi persino ai più pessimisti. Ed invece niente. Son passati giorni, settimane. Niente, nisba. Alberani si è scelto i suoi interlocutori. Quelli meno polemici, quelli che dicono sempre di si. Quelli. Appunto. Alberà, te lo chiediamo in ginocchio. Quando ti dimetti? Quando tiriamo fuori l’orgoglio di uno come Spinelli che quando ha capito che la musica era stonata ha fatto spallucce e per il bene della Scandone è andato via prima di cominciare? Che cosa si aspetta? Quasi tutte le squadre di A hanno un roster  completo all’80%, hanno un ritiro programmato, un fitto calendario di amichevoli. Noi per ora sappiamo solo che restiamo ad Avellino (meno male visto che lo scorso anno in ritiro ci abbiamo inviato i ragazzi delle giovanili ndr) e che boh, il resto non lo sappiamo, non sappiamo nulla. Nisba, Alberà, non sapimmo niente. Aspettiamo. Gli obiettivi della Scandone tanto spifferati dal diesse vanno altrove. Ma perchè? Non o sapimmo. Ma non o volimmo sapè. Vogliamo solo sapere, caro diesse, perchè? Il budget è ridotto e questo lo abbiamo già capito di nostro. Ma i nomi che circolano non sono professionisti dai nomi altisonanti. Sono cestisti normali. E se questi dicono no alla Scandone, non vogliamo assolutamente pensare che ne arrivino altri di qualità ancora più bassa. Avellino ha bisogno di certezze e  garanzie. Alberani si è assunto la responsabilità di metterci la faccia, di interloquire con il patron e sostituirne la presenza. Le risposte le deve dare lui. Molto presto. A fatti e non a chiacchiere. Quelle lasciamole ad altri. Alberà aspettiamo. E nel frattempo sganciamo l’anello dal naso. Non si sa mai che in un incontro dovessi scambiarci per pivelli. Fermiamo le interviste diesse. E parliamo coi fatti. Altrimenti sarà tutto tempo perso. E chiacchiere, pe mò, stanno a zero. Anzi, sotto zero.

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