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Avellino Calcio – Quella promessa che portò il Partenio a Buenos Aires

Una maglia può simboleggiare il legame con i propri avi e con la propria terra d’origine, il calcio da sempre è stato oggetto di riflessioni politiche-sociologiche sul ruolo da deterrente che possiede all’interno della società umana. Già in passato abbiamo cercato di raccontarvi delle dinamiche politiche che si celano dietro al calcio internazionale e non solo, anche locale, quest’oggi invece voglia soffermarci sulla riflessione di Joel, giovane ragazzo argentino di 23 anni, cresciuto con la passione per l’Avellino calcio, una squadra lontana da lui 11.539,25 chilometri, indotta dall’educazione familiare ed in particolare modo dal nonno, Generoso, fiero irpino migrato in Argentina con la passione del lupo. Una maglia, a distanze di generazioni, anche seppur lontanissime, riesce a tener legato un popolo ovunque nel mondo. Adesso vi lasciamo al suo racconto, nelle prossime settimane ci racconterà dell’Avellino visto dall’Argentina e nel quartiere Avellaneda.

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Ciao sono Joel Mattivi, ho 23 anni e sono un giornalista sportivo. Sono nato e vivo a Bueno Aires e, nonostante la distanza, sono un tifoso di Avellino.

Fin da bambino ho sempre avuto impresse nella mia mente quali fossero le mie radici. Sono cresciuto a contatto con la cultura italiana, in particolare con la cultura irpina, grazie a mio nononno Generoso, nato a Villanova Battista, che si trasferì in Argentina dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Mi ha sempre raccontato di come sia arrivato qui, con pochi soldi in tasca e tanta voglia di lavorare, cosa che ha sempre contraddistinto gli Irpini qui presenti.

Ho sempre vissuto con lui, nella nostra casa a due piani, io al secondo piano con papà Walter, mia mamma Graciela e mia sorella Selene, mio nonno viveva con mia nonna – nativa di Morcone (BN)- nella cosa sottostante.

Dal momento in cui inizio a ricordare le prime immagine che mi vengono in mente sono quelle relative alla radio italia e la Rai International, con le immagini o le descrizioni dell’Avellino calcio. Mio nonno mi raccontava sempre delle campagne irpine, della sua fantastica natura e di quel senso di appartenenza unico, il sentirsi fieramente Irpini. Ricordo di quando mi raccontò di rifugiarsi tra i boschi durante i bombardamenti, ma ricordo soprattutto della sua promessa, quella di andar a vedere un giorno, insieme, l’Us Avellino 1912, quella gloriosa squadra che ha reso fieri i tanti irpini lontani chilometri dalla propria terra natia. Quando ero piccolo internet non era molto diffuso, ed avevamo enormi difficoltà ad aggiornarci su come stesse andando la squadra, il tempo passava ed io rimanevo fiducioso che un giorno saremmo andati insieme a vedere l’Avellino.

Purtroppo mio nonno è scomparso nel 2012, lasciando un vuoto dentro di me e in tutti quelli che lo hanno conosciuto qui nel quartiere.  Come tutti gli irpini era un brav’ uomo. Ero molto legato a lui, ricordo amaramente una sera in cui non si sentì bene, scappammo in ospedale e con se si porto la maglia dell’Italia, lasciando nel cassetto una sciarpa biancoverde. Potete crederci o meno, ma quel giorno mio nonno tornò a casa, non mollò perchè come il popolo irpino, NON SI MOLLA MAI. Sempre insieme e sempre Italianos!! WhatsApp Image 2018-10-02 at 17.21.38

Dopo la sua morte, insieme ai dei miei amici abbiamo messo insieme una squadra di calcio amatoriale e l’abbiamo chiamata “Avellino Club Buenos Aires” in omaggio a mio nonno che ha cresciuto me ed i miei amici con  la cucina argentina. Grazie a quest’iniziativa ho conosciuto molti tifosi dell’Avellino, con cui ho stretto amicizia.

Ogni volta che parlo con un amico irpino, sento che siamo in tre, con mio nonno ad ascoltarci. Anche se, vi devo confessare, che ogni volta che vedo quella maglia biancoverde mi emoziono, è come se quel lupo stampato sul petto mi facesse  sentire vicino a mio nonno.  I tempi di adesso mi aiutano a seguire constantemente l’ Avellino, sono fiero di essere un tifoso di questa squadra e sono pazzo d’amore per lei.
Finalmente adesso ho la possibilità della mia vita di poter venire in Italia, ma soprattutto, di potervenire ad Avellino. Dopo lavorato duramente, posso realizzare il sogno della mia vita. Sono molto emozionato ed ogni giorno parlo con i miei amici biancoverdi.
E’ arrivato il momento di conoscere le mie radici, la mia cultura, il mio paese d’origine, e soprattutto di poter vedere la mia squadra giocare nonostante la categoria. Non sarò in grado di mantenere la promessa di essere lì con mio nonno, ma sono certo che lui sarà accanto a me sui gradoni del Partenio. Per sempre.

 

A cura di Joel Mattivi Maraia

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