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La gioia di un successo strozzata da quei fischi finali…

Come ha rimarcato coach Frates sia nel presentare che nel commentare la partita con Cremona, un successo non avrebbe cambiato l’esito della stagione della Sidigas Avellino che ha dato appuntamento al prossimo ottobre al pubblico casalingo quando i biancoverdi parteciperanno alla sedicesima stagione consecutiva in massima serie. I fischi arrivati al momento dei saluti finali rappresentano l’ultima scena di un libro dal finale amaro per un roster ed una società che ha mantenuto parzialmente le promesse fatte nella fase embrionale della stagione. Gli applausi riservati ai due allenatori, Frates e Pancotto, testimoniano da un lato l’ottima impressione e la grinta messa in campo dall’architetto milanese in questo mese e mezzo dal suo arrivo in terra irpina. Dall’altro lato, invece, c’è il ricordo per un galantuomo (Pancotto ndr) di questo sport che ad Avellino tutti ricorderanno per aver regalato emozioni indelebili e scritto pagine importanti nella storia del sodalizio di contrada Zoccolari. C’è poco, invece, da ricordare per il match di ventiquattro ore fa che ha visto la Scandone onorare l’ultimo appuntamento del PaladelMauro giocando una gara in cui ha avuto come sempre qualche minimo passaggio a vuoto che ha permesso ai lombardi di recuperare in più di una circostanza i passivi maturati nell’arco dei quaranta minuti. Di certo bisogna registrare i passi in avanti (come quella dell’intensità rimarcata sabato dal tecnico biancoverde) rispetto alla gara di lunedì scorso a Brindisi che, proprio grazie ai blackout irpini, trovò terreno fertile per ottenere il successo finale. Di comune con la trasferta in terra pugliese c’è la prestazione della coppia di lunghi titolari Anosike – Harper che ha risposto con 36 punti e 23 rimbalzi complessivi. La strigliata dello stesso Frates di qualche settimana fa ha sortito gli effetti sperati sebbene i progressi siano arrivati quando il tempo a disposizione è pressoché esaurito. Questo restante scorcio del torneo ha restituito un capitan Cavaliero da quattordici punti con 4/5 da tre punti in 19′ di impiego. Uno score simile mancava dalla trasferta di Trento quando il triestino, sempre uscendo dalla panchina, era riuscito ad iscrivere a referto tredici punti col 50% dalla linea dei 6,75 metri. La rinascita di Cavaliero rappresenta lo specchio di una Scandone che ha ritrovato fiducia nei suoi mezzi quando il tutto ormai è stato compromesso. Giocatori ed atleti avranno il compito di provarci, sebbene la scarsa importanza che riveste il match col Varese di domenica prossima. Sarà poi necessaria un’analisi ben dettagliata degli errori commessi e programmare immediatamente il futuro a cominciare dalla scelta della guida tecnica. Coach Frates non ha sciolto la riserva, o meglio, non preferisce proferir parola sul tema. La pazienza e la dedizione per il tipo di lavoro svolto ne consiglierebbero una sua permanenza.

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