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“Mi piacerebbe restare nel Cus per tentare la scalata in C1”

Dopo aver provato a capire la posizione del Cus e gli obbiettivi futuri per la prossima stagione grazie alle parole del presidente Emilio Carlos Lanzetta abbiamo deciso di porre qualche domanda ad un calcettista del Cus Avellino, Nunzio Galeotafiore (colonna portante del CUS degli ultimi anni), per capire anche dal punto di vista interno cosa non è andato bene quest’anno e quali saranno le motivazioni per il prossimo anno.

Nunzio Galeotafiore detto ‘ il Killer’ è partito dalle giovanili del CUS e pian piano è riuscito ad entrar in prima squadra togliendo il posto a molti ‘intoccabili’ e, inoltre, ora si occupa del settore giovanile della squadra in cui milita.

In questa stagione ha anche superato quota 100 goal con il Cus Avelino e non ha assolutamente intenzione di fermarsi.

Nunzio Galeotafiore ha intenzione di continuare ad indossare e onorare la maglia biancoverde?

“Per il momento resto un giocatore del Cus Avellino , pur non sapendo a quale campionato parteciperà il prossimo anno. Nel caso dovessi partire lo farò solo per fare un salto di categoria e solamente per continuare la mia crescita.”

Cosa non ha funzionato in questa stagione?

“Il Cus Avellino è una famiglia e come ben sappiamo anche nelle migliori famiglie ci sono delle difficoltà. Far crescere un gruppo di giovani non è facile oggi giorno , purtroppo molti ragazzi prendono questo sport alla leggera pensando che quando il sabato si gioca la partita ufficiale di campionato, dove servono grinta, cuore gambe , sia come una partitella di un torneo estivo. Il calcio a 5 o Futsal non è ‘calcetto settimanale’ che si fa con gli amici, ha bisogno di sacrificio, costanza e umiltà e diciamo che possiamo ritornare alla domanda dicendo che in questa stagione questi tre elementi sono mancati e quindi per la prossima stagione acquisirli nuovamente.”

Potrebbe elencarmi e pregi e i difetti di questo gruppo?

“Il pregio che ha sempre contraddistinto questa società è restare sempre unita anche nei momenti difficili, non a caso è stata la squadra con la più lunga permanenza nella categoria negli ultimi 10 anni, a questo negli ultimi anni aggiungerei la politica di lavorare sui giovani (anche se ad Avellino e provincia il calcio a 5, come ti dicevo prima è ancora visto come il divertimento estivo) che non conoscono ancora bene questo sport. Per quanto riguarda i deficit, in primis dico l’inesperienza, quella che ci ha fatto perdere partite che vincevamo con uno scarto di tre reti e poi altri difetti da elencare sono pochi visto che i difetti sono individuali e variano dall’emozione della gara, all’impegno in allenamento e nella costanza. Nel complesso il difetto maggiore è non avere fame di vittorie e un minimo di orgoglio per vincere la partita. Molti dimenticano che si gioca per la squadra della propria città.”

Ci parla del suo miglior goal segnato in questa stagione e il perché.

“Il mio miglior goal in questa stagione non l’ho segnato, avrei voluto che fosse quello della salvezza. Quello che ricordo di più è contro il Parete nella gara di ritorno e te lo racconto con la telecronaca del Divino Peluso: “Attenzione al Killer cerca la solita imboscata se ne va questa volta , destro , sinistro…Amiciiiii giravolta spaziale, double pass, li manda al Bar, chi se non lui il Killeeeer.”

Ci dica perché il suo soprannome è ‘ il Killer ‘ e ci racconti come è nato il tutto.

“Il soprannome Killer nasce dall’idea del nostro telecronista Giosuè Peluso ora noto come Il Divin Peluso All’inizio della stagione 2014/2015 ero diventato il pivot titolare con le partenze di giocatori importanti e toccava a me buttare la palla dentro. Dunque dovevo essere il Killer del Cus Avellino e portare la squadra verso l’obbiettivo salvezza. L’obiettivo era superare le 16 reti della stagione precedente, a fine campionato i proiettili andati a segno furono 54 e la salvezza fu diretta. Al momento è la stagione più bella che abbia mai giocato.”

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