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Pancotto e la maledizione dei playoff mancati con la Scandone

E’ stato e resta uno dei coach più apprezzati dalla gente irpina. Professionista impeccabile, galantuomo della palla a spicchi, sempre ligio al confronto sia che dall’altra parte ci sia un organo di informazione sia un  semplice tifoso. Cesare Pancotto non andrà in cerca di rivincite nel match di domattina al PaladelMauro. Lo ha lasciato intendere nelle numerose interviste che ha rilasciato in questa settimana ad alcune testate locali in cui ha sempre riconosciuto la bravura e i meriti della Sidigas nell’esser riuscita a raddrizzare una stagione che sembrava profilarsi come le precedenti segnate dallo scetticismo e dai risultati che non arrivano. Un pò come avvenuto il 20 gennaio del 2013 quando il tecnico di Porto San Giorgio accettò la proposta di Avellino, precipitata nei bassifondi della classifica dopo le parentesi Valli e Tucci. Da candidata alla retrocessione, la Sidigas visse la più classifica storia del brutto anatroccolo diventato cigno. In quella stagione i lupi andarono vicini a conquistare un posto nei playoff salvo perder in casa il match casalingo contro la Reyer Venezia che chiuse i discorsi con un turno di anticipo. Il capolavoro completato da Pancotto non bastò a garantirgli la permanenza. De Cesare riportò in Irpinia  Frank Vitucci, allora neoeletto miglior allenatore della stagione alla guida di Varese, spinto anche da qualche senatore dello spogliatoio che pose come condizione per la permanenza l’arrivo di un tecnico con cui progettare un progetto vincente.  Quello avvenuto tre estati fa non è stato il primo boccone amaro da ingoiare per Pancotto: già nel 2010 il mancato ingresso nei playoff aveva fatto storcere il naso alla famiglia Ercolino. Decisivo fu il passo falso al PalaRadi che obbligò l’Air a chiudere al nono posto. Un mese più tardi arrivò Vitucci. Corsi e ricorsi storici. Domani Pancotto saluterà e ringrazierà il pubblico irpino con la sportività che da sempre lo contraddistingue. E non andrà alla ricerca di riscatti personali. Ma solo dei due punti in palio ed utili alla causa cremonese.

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