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Poche parole molti fatti: il Gigi biancoverde, un uomo e un portiere da serie A

Se ti chiami Gigi e di mestiere fai il portiere, evidentemente sei un predestinato. Se poi alle doti tecniche innate aggiungi il lavoro costante e valori umani fuori dal comune, allora diventi un campione. È il caso di Pierluigi Frattali. Arrivato ad Avellino nell’estate del 2014 in punta di piedi, è riuscito in breve tempo ad entrare nel cuore dei tifosi e a conquistare una maglia da titolare inamovibile. Merito del talento, certamente. Ma anche della sua disciplina. Nei primi mesi fece da chioccia al giovane Gomis. Era in panchina, soffriva. Ma mai una parola fuori luogo. Solo lavoro e sacrificio. Lavoro che lo portò a debuttare nella trasferta di Pescara. Una grande prestazione. Non l’unica. Da lì in poi Gigi mise continuamente in difficoltà Rastelli e Dei, arrivando a conquistare definitivamente la maglia da titolare nel girone di ritorno. Affidabile e sicuro. Un riferimento importante nello spogliatoio. Spesso le sue parate hanno tenuto a galla i lupi. Specie nel delicato inizio di stagione. Straordinario nella partita contro il Modena. Da buon romano ha tra le sue doti anche una grande tenacia. Non molla mai. Ecco spiegato il miracolo di sabato scorso. Alle prese con una distorsione alla caviglia sinistra in settimana, Frattali ha stretto i denti ed è sceso regolarmente in campo contro il Livorno. Una prestazione da…Oscar, con ben cinque interventi decisivi. Alcuni difficili solo a pensarli. Gli addetti ai lavori non hanno dubbi: Gigi è tra i migliori portieri della categoria. È un portiere da A. Chissà che non possa arrivarci proprio con l’Avellino. Da quando siamo nelle sue mani ci crediamo tutti un po’ di più.

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