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Sidigas Avellino, non basta Rich; tutto da decidere al ritorno

La Sidigas  Avellino è uscita così e così dalla semifinale d’andata della FIBA Europe Cup; al Paladelmauro, i biancoverdi infatti, non hanno certo messo in cassaforte la qualificazione in vista del ritorno in trasferta, avendo superato il Bakken Bears per soli tre punti (75 a 72). Vantaggio che poteva essere sicuramente più cospicuo, come tra l’altro accaduto durante l’andamento della partita: la Scandone era stata infatti avanti nel punteggio per ampi tratti di gara, fino a toccare un massimo di 14 punti (52-38 alla metà del terzo quarto). Nei primi 10 minuti le squadre si sono equivalse (15-15 di parziale) poi c’è stata una parte centrale della gara che ha visto il  predominio dei biancoverdi (50-35 il parziale complessivo del secondo e terzo quarto), ed infine l’ultimo quarto da 10-20 in favore degli ospiti che ha complicato il discorso qualificazione per Avellino.

Non è bastata agli irpini la prova maiuscola di Jason Rich, autore di 28 punti, con ben 5 triple segnate, 8 rimbalzi e 4 assist, una efficiency di 30; un giocatore che nel match di ieri sera è tornato ai suoi (alti) livelli dopo un periodo di lieve appannamento. I suoi 34 minuti sul parquet sono un tempo di impiego che nessun altro giocatore del roster di Sacripanti ha raggiunto nella storica semifinale casalinga, e ciò la dice lunga sulla leadership dell’atleta di Pensacola, che ha svolto, così come saggiato nella scorsa di campionato contro Cremona, anche il ruolo di playmaker. Questo spot, a dire il vero, sembra anche a lui più congeniale, in virtù del fatto che egli sa creare dal palleggio e sa passare la palla, oltre a saper fare canestro in svariati modi. Non sembra casuale il fatto che la Scandone abbia reso molto meglio col trio esterni Rich-D’Ercole-Scrubb, nel quale era spesso il numero 25 ad impostare l’azione; con loro,completati da Leunen e Fesenko interni, la squadra ha giocato tra la fine del secondo e l’inizio del terzo quarto, dilangando nel punteggio.

Deludenti le prove di Wells, che ha interrotto la striscia di 9 partite consecutive in doppia cifra fermandosi a soli 7 punti, e soprattutto Fitipaldo, che in 19 minuti ha commesso ben 4 falli, non ha trovato la via del canestro, cosa che invece è riuscita al convalescente Filloy da tre punti; gli otto minuti giocati dal play ex-Venezia testimoniano, tuttavia, che il suo pieno recupero fisico non è ancora avvenuto. Da questo punto di vista, comunque per fortuna della Sidigas, sembra fare passi da gigante Olaseni Lawal: aver giocato 16 minuti in una partita come questa, con tanta corsa e tiro, e per giunta realizzando 6 punti, ha dato continuità alle ultime due uscite del lungo ex-Barcellona, e questo sicuramente è una nota lieta in casa Avellino. Per la verità, l’atleta nigeriano ha segnato solo a cronometro fermo (6 su 8 dalla lunetta), ma ha comunque dimostrato di avere una visione di gioco ed una tecnica al di sopra della media; l’azione esemplare è avvenuta nel secondo quarto, dove Shani ha servito perfettamente Zerini con un passaggio ad una mano laterale, a seguito di uno dei suoi 4 rimbalzi conquistati; Agent Zero lo ha premiato con una tripla che è suonata anche un po’ come riscatto per lui, dopo le ultime prestazioni sottotono.

 

 

 

 

 

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Nel complesso, Bakken è sembrata inferiore tecnicamente e tatticamente alla Sidigas Avellino;i biancoverdi però non sono riusciti a far valere questa superiorità. Si è avuta dal campo la sensazione di giocatori timorosi di tirare anche in presenza di molto spazio. Il rifiuto dei tiri aperti, una costante di tutta la gara, è stato di fatto uno spreco, anche alla luce delle percentuali realizzative : la Sidigas ha infatti tirato con il 49% dal campo contro il 41% degli “Orsi” , e nonostante questo ha portato a casa solo un modesto +3; ciò è dovuto principalmente alle ulteriori opportunità che sono scaturite dai rimbalzi catturati, che generavano quindi secondi tiri, altre opportunità per fare canestro.Si poteva osare di più da oltre l’arco, insomma, invece di andare spesso e volentieri in area a dare la palla al pur positivo Fesenko (11 punti ed un plus-minus di 10, segno di una migliore “chimica”di squadra con lui in campo). Bakken Bears, al contrario, ha perseverato nella sua filosofia di gioco ed alla fine è stata premiata; il migliore dei suoi è stato senza dubbio Michel Diouf, che ha dimostrato di essere un centro completo tecnicamente, atletico ed efficace: 26 punti con anche 2su2 da tre punti, con canestri anche difficili perchè marcato bene; il senegalese sembrerebbe, ironia della sorte, rispondere proprio all‘identikit del lungo ricercato dal gm Alberani, volato negli USA proprio per motivi di mercato; un cestista versatile ed energico, con una mano educata. L’atteso Akoon-Poucell ha invece toppato la partita,così come Crockett (8 e 4 punti rispettivamente per le due ali danesi), ma in ogni caso sono arrivati contributi importanti, dalla panchina, dal play Darboe (20 minuti di qualità con 11 punti) e dal’ala Tony Bishop, 5 punti e 7 rimbalzi con un plus-minus di 8, migliore dei suoi. Avellino ha inoltre pagato la minor precisione nei tiri liberi e i meno rimbalzi catturati rispetto al Bakken: le dieci carambole in più catturate dai danesi (40-30) sono state di fondamentale importanza, dato che hanno permesso loro di tirare molto di più rispetto agli avversari. Tirando 68 volte contro le 55 degli avversari, hanno potuto limitare i danni e sopperire alla loro minor precisione.

Nel complesso, non è nulla di grave quanto accaduto al Paladelmauro, ma sicuramente il vantaggio è esiguo, e la gara di mercoledì prossimo ad Aarhus andrà affrontata con molta attenzione;  per poter ottenere il passaggio del turno e continuare il sogno di vincere una competizione europea, i ragazzi di Sacripanti dovranno assolutamente evitare cali di concentrazione come quello che hanno avuto negli ultimi minuti.

 

 

 

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