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Sidigas, sfuma anche Cook. Ritorno di fiamma per Taurean Green e Will Cherry

Non c’è due senza tre. Sfuma anche il terzo obiettivo di mercato per la Sidigas in cabina di regia.
Omar Cook ha deciso di rinnovare il suo contratto con il Buducnost, come affermato via Twitter dal suo potente procuratore Misko Raznatovic, che cura anche gli interessi di Jaka Lakovic.
Pare che l’atleta non sia stato convinto dal fumoso progetto tecnico del sodalizio biancoverde, anche a causa di referenze negative, a quanto pare, provenienti da ex atleti della Scandone, amici del play “montenegrino”.
Tutto da rifare per Nicola Alberani che si è fiondato nuovamente su Taurean Green, lo scorso anno al Limoges, il quale soddisferebbe le richieste tecniche di coach Sacripanti, ma costa troppo.
Alternativa è rappresentata dal già sondato Will Cherry, meno realizzatore e più organizzatore di gioco.
Sempre calde le piste Sean Kilpatrick e Julius Jenkins nel settore guardie.
Occhi anche sull’ala grande Eric Griffin, visto a Jesi nella stagione 2012/2103, dotato di ottime doti difensive e che lo scorso anno ha viaggiato a 10.1 punti, 3.8 rimbalzi e 1 stoppata in 14 gare con i Leones de Ponce in Portorico, dopo una proficua esperienza in D-League con i Texas Legends (19.0 punti, 6.6 rimbalzi, 2.4 stoppate a gara).
Il mercato della Sidigas stenta a decollare per utilizzare un eufemismo.
Inquietante il silenzio dell’ ing. De Cesare.
Pare che ad Avellino stia per approdare la squadra dei Ghostbusters: Egon, Ray e Peter sono alla ricerca del patron in collaborazione con la giornalista Federica Sciarelli di “Chi l’ha visto?”.
Non se ne ha più traccia di colui che inneggiava in sede di presentazione “allo spirito e all’orgoglio del lupo”.
Ma cosa ne sa? Quale orgoglio ha manifestato in questi anni nell’essere il proprietario di una società che è stata il vanto di un’intera provincia e che ora naufraga nell’indifferenza e nel disprezzo?
Purtroppo il rischio, anzi l’amara realtà, è che la Scandone stia diventando la barzelletta della Serie A di basket.
E questo fa male un pò a tutti.
di Marco Festa

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