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Tennis – Massimo Roca, amatore di livello ai vertici nazionali

Lanciare sfide, vincere tornei, scalare la classifica mondiale in perfetto stile Atp o Wta: sono queste le possibilità offerte dal circuito Tpra, acronimo inglese che sta ad indicare “Classifica dei tennisti amatoriali”. Una passione contagiosa che corre sul filo di internet e che attualmente coinvolge oltre 19 mila iscritti. Tra questi c’è anche l’avellinese Massimo Roca. Appassionato tennista, di recente è riuscito ad agguantare la top ten assoluta del Ranking Sfide (attualmente ottavo). Un risultato frutto di applicazione e passione che è stato sottolineato anche sulla home page del sito ufficiale Tpra.

IL PERCORSO – Cinquantasei vittorie, quattro pareggi e diciotto sconfitte: questo il ruolino di marcia da ottobre 2015 ad oggi, tra sfide e gare di torneo. Roca sottolinea i pregi del circuito e del tennis a livello amatoriale: “Il tennis resta una grande passione. Un modo di riappropriarsi in età adulta di una pratica sportiva magari trascurata in età adolescenziale. L’interesse per l’attrezzo “racchetta” si fonde con quella per uno sport che con il suo microcosmo ripropone le stesse difficoltà della vita di tutti giorni. E’ una palestra mentale, spirituale, intellettiva più che fisica. Il Tpra è stata una piacevole scoperta estiva che ha coinciso anche con il cambio di attrezzo. Sono passato dalla Dunlop Aerogel 300, mia fedele compagna di viaggio per otto anni, alla Wilson Blade 98S. Merito della formula, che oltre ad avere una sua equità, intriga e stimola più della solita partitella tra amici. Quello a nove game, è un format più congeniale a chi come me preferisce la buona tavola al lavoro in palestra”.

IL CIRCUITO DEL FUTURO – “Credo che il Tpra possa essere la naturale evoluzione futura dell’attuale quarta categoria Fit (Roca è 4.5, ma passerà 4.3 a fine anno – ndr). E’ innanzitutto un’opportunità per i circoli che in loco sono sempre restii ad organizzare tornei. La formula snella del Tpra potrebbe essere una soluzione. Il torneo diventa una risorsa e non è più un peso. A ciò si aggiunge il fatto che la “modalità Sfide” stimola l’attività nel circolo. Ovviamente parlo di circoli votati esclusivamente al tennis dove l’incidenza di altre attività, penso al calcetto, è contenuta e non prioritaria o condizionante. Personalmente ho notato una ulteriore responsabilizzazione dei giocatori nella gestione arbitrale della partita. Meno contenziosi e più fair-play. La formula è poi la grande forza del Tpra. Ogni game ha il suo valore commisurato alla forza (la power) dell’avversario: di meglio non si poteva concepire”.

IL PUNTO SUL TENNIS PROVINCIALE – Nelle vesti di giornalista, Roca si occupa spesso delle questioni tennistiche provinciali e non fa mancare la sua personale fotografia sullo stato dell’arte: “Negli ultimi dieci anni c’è stato un grande passo in avanti. Il tennis è passato da semplice passatempo della classe borghese cittadina che rievocava le atmosfere de “Il Giardino dei Finzi Contini”, a qualcosa di moderno, di realmente sportivo e tecnico. Se quindici anni fa la scoperta di un talento come Massimo Capone poteva definirsi casuale, oggi, specie in alcuni circoli come la Tennis Academy, ma non solo, il processo è più sistemico e massivo. I talenti individuali di Rosanna Maffei, di Mauro De Maio, i successi nei campionati a squadre a livello regionale, le nuove promesse Maddalena Gaeta e Martina Picardi sono il segnale che il vento sta cambiando. Certo i numeri della base non sono quelli del calcio. Si potrebbe fare tanto a livello di strutture specie in provincia. Sono ancora troppo pochi i circoli affiliati ed ancor meno quelli dotati di scuola tennis che rispettino i nuovi parametri della federazione. C’è comunque da dire che i costi, che negli sport di squadra ricadono sui team, nel tennis gravano esclusivamente sulle famiglie e sono superiori a quelli di molte altre discipline individuali. E’ questo il più grande ostacolo per intraprendere un’attività professionistica che permette guadagni di rilievo solo ad un ristretta elite mondiale”.

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