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Timidi segnali di ripresa

L’immagine dello stato attuale della Scandone in questo momento, è tutta nell’ultimo minuto del primo tempo. Prima un attacco in cui Ragland palleggia sul posto per 18 secondi prima di passarla a Green che, accoppiato, palleggia i restanti 6 prima di sparare un piccione viaggiatore ad un metro dal ferro, poi una distrazione difensiva non punita da Laquintana, un fallo in attacco di Ragland (con conseguente palla persa), e un fallo sistematico di Severini (messo dentro esattamente con questo compito), con meno di un secondo da giocare, senza però tener conto che il bonus era stato esaurito col precedente sfondamento dell’ex Milano. Uno stato confusionale generale che, almeno per 30 minuti, ha risentito in maniera pesante degli strascichi del derby e che si è leggermente diradato solo nell’ultima frazione, grazie alle folate di Nunnally e del primo Ragland positivo della stagione. Perdere contro quella che è la maggiore indiziata alla retrocessione (arrivata alla decima sconfitta nelle ultime undici partite) sarebbe stato esiziale. In una partita di rara bruttezza e dai contenuti tecnici davvero bassi (38 palle perse e 8/36 da tre in combinato, e non certo per merito delle difese) la differenza l’ha fatta la miglior condizione fisica dei biancoverdi, le rotazioni più ampie di coach Sacripanti e la paura negli occhi dei paladini che, non hanno avuto più la forza per risalire una seconda volta dal -5. E’ stato una partita che, però, ha fornito qualche nuova indicazione: alla prima partita positiva di Joe Ragland, Sacripanti gli ha messo subito in mano le chiavi della squadra. Per la prima volta in stagione, più minuti di Green sul parquet, con il numero 4 “off the ball” quando sono entrambi in campo e la gestione dei possessi decisivi fin dall’inizio. Soprattutto nella ripresa, i due hanno giocato l’uno in sostituzione dell’altro: riuscire a trovare un equilibrio tecnico tra i due resta la chiave di volta per aggiustare questa stagione, stante la capacità di entrambi di rivestire i rispettivi ruoli. E’ chiaro che una partita come quella del PalaFantozzi ha un valore relativo visto l’avversario, e già Venezia sarà un banco di prova molto più impegnativo, per chiudere un girone di andata fatto di tante ombre e pochissime luci.

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