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Un applauso da cui ripartire

Per commentare una partita del genere è giusto iniziare dalla fine. No, non dalla sospensione sbagliata da Acker che poteva regalare una belle (e meritata) vittoria ai lupi, ma dagli applausi sinceri, scroscianti che tutto il PalaDelMauro ha tributato alla Scandone al rientro negli spogliatoi. Un applauso che, oltre che di apprezzamento per lo sforzo profuso, sa anche di riconciliazione. La Scandone e il suo pubblico sono un binomio inscindibile che è mancato per tanto, troppo tempo (e i risultati si sono visti…) e adesso che è ritornato, deve essere un obbligo non perderlo. Chi ha permesso tutto questo ha un nome e un cognome: Stefano Sacripanti. E’ alla guida di un gruppo vero, fatto da atleti ma anche di uomini, che sta plasmando e crescendo allenamento dopo allenamento, partita dopo partita e che ha ancora ampi margini di miglioramento. Inutile girarci intorno: ieri sera la Scandone ha messo sotto i Campioni d’Italia in carica per 25 minuti, gestendo a piacimento il ritmo in campo e controllando emotivamente la partita, senza mai fare un passo indietro neanche quando si è ritrovata sul 5-21 dopo neanche 5 minuti di gioco. Un primo tempo giocato “up tempo”, sul terreno che tanto piace alla banda di Sacchetti (75 possessi totali nei primi 20 minuti, un numero folle) chiuso sul +2, una seconda parte di gara in pieno controllo, usando la match up per non far entrare in ritmo i tiratori sardi e controllare il numero dei possessi, che ha portato in più occasioni i biancoverdi sul +10 e sul +7 di fine terzo quarto. Una partita preparata e gestita in maniera perfetta, anche grazie all’apporto di una panchina sempre più concreta, con un Buva ancora formato All Star (31 punti e massimo in carriere ritoccato), con un Nunnally cresciuto esponenzialmente in queste prime 6 giornate (almeno in attacco), con Acker sempre più prezioso nel ruolo di iniziatore del gioco (lui, il vero playmaker della squadra). E’mancata la lucidità nel finale, e gli episodi non sono stati di certo favorevoli (“Se non avessimo sbagliato gli unici due tiri liberi staremmo parlando di tutt’altro” il commento amaro di coach Sacripanti) e, comunque, di fronte c’era una squadra di spessore. Coach Sacripanti avrebbe preferito i due punti ai complimenti, ma sa che da qui bisogno ripartire. Da una sconfitta immeritata e da un applauso vero e sentito.

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