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Una sconfitta che non fa male

Non c’è stato il lieto fine, ma chi se ne frega. L’Olimpia Milano alza meritatamente la sua prima Coppa Italia da 20 anni a questa parte ma è la Scandone a vincere tutto il resto. Tutto il resto fatto di emozione, gioia, voglia di combattere e di andare oltre i propri limiti, di non arrendersi mai e di uscire dal campo a testa alta. Tutto quello che può esserci nella migrazione di un popolo che voleva esserci per condividere un sogno con chi era sul parquet che non avrà alzato la coppa, ma ha regalato sensazioni che erano rimaste sopite da un bel po’. Onore a questi ragazzi che hanno riportato entusiasmo in un ambiente senza segni vitali da un bel po’ di tempo e che, speriamo, sia ben sfruttato da una società che, finalmente, sta capendo quali sono i meccanismi di questo mondo, del tutto diverso e non paragonabile a nessuna dinamica aziendale già esistente. Ci hanno provato Green e compagni, ma sono arrivati un po’ corti (come è giusto che sia alla terza partita in tre giorni), contro una squadra che, con due giocatori infortunati, si è permessa anche il lusso di poter fare turnover. E nonostante tutto, fino alla fine, anche a gara già compromessa hanno lottato, si sono intestarditi, ci hanno provato come se non ci fosse un cronometro che, inesorabilmente, li avvicinava alla sconfitta, come se la partita che stavano giocando avesse dovuto essere l’ultima della loro carriera. Loro in campo come Sacripanti sulla panchina che incitava tutti, che si è disperato ed ha esultato, come tutti i leader. In questi 3 giorni ci hanno fatto provato il sapore dolce del coraggio che non potrà mai essere rimpiazzato dall’amaro di nessuna disfatta, perché come disse il patriota Cesare Balbo, non c’è nessuna sconfitta nel cuore di chi lotta. E, se ancora qualcuno non lo avesse capito, si è fatto qualcosa di molto più importante dell’aver attaccato un “semplice” gonfalone: si è creato un legame inscindibile tra un gruppo di giocatori ed una città che può contare solo ed esclusivamente sulle sue realtà sportive per essere presa in considerazione. Adesso questa non è una squadra di americani, lituani, croati e italiani, ma una squadra di avellinesi che sanno di poter e voler dare tutto per questi colori. E siccome la stagione sta per entrare nel vivo, mettetevi comodi: la parte bella inizia ora.

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