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Una squadra MVP

40 punti. Forse scriverlo anche in lettere riesce a rendere meglio l’idea: quaranta punti. Sono i punti in classifica della Scandone 2015/16 che continua a mietere record (eguagliati i punti della stagione 2007/08) e a vincere contro tutti. 20 vittorie in 29 giornate di campionato, una sola sconfitta a fronte di 13 W nel girone di ritorno, terzo posto matematico, e possibilità di finire la regolar season in seconda piazza, divisa al momento con Reggio Emilia che, però, è in vantaggio negli scontri diretti. Con numeri del genere, la vittoria contro Capo d’Orlando passa quasi in secondo piano, così come la prestazione assolutamente fuori dal mondo di Joe Ragland. Per carità, sarebbe giusto esaltare un playmaker che oltre ai 26 punti (con 9\12 al tiro), i 4 assist e i 3 recuperi aggiunge 12 rimbalzi (!) per una valutazione di 43 (la migliore del campionato fino ad ora), ma non sarebbe giusto nei confronti di compagni e staff. La Scandone di coach Sacripanti è l’epitome della squadra di basket, dove il talento individuale è messo esclusivamente al servizio della squadra. I vari protagonisti delle tante vittorie dei lupi di questa stagione fotografano esattamente questo concetto: a turno, i vari Nunnally, Ragland, Acker, persino Buva hanno dato vita a prestazioni individuali di primo livello, ma se sono arrivate le vittorie è solo per merito di quanto costruito con il lavoro di tutti. Sono stati 4 mesi intensi, senza pause, volati via su un’onda emotiva cavalcata sia da chi stava giocando, sia da chi stava guardando. La pausa di 4 giorni arriva nel momento giusto per ricaricare le batterie a livello fisico, ma soprattutto mentale, in vista del rush finale. I lupi aspettano di conoscere l’avversario, impossibile da capire al momento, con la consapevolezza di non dover temere nessuno per tutto quello che è stato fatto fin da ora. E poi, una squadra MVP, non può essere spaventata da nessun avversario.

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