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La riflessione – Tragicomica Scandone Avellino

La trasferta a Pesaro mette la parola fine ad un mese di marzo del tutto insufficiente per la Scandone Avellino. Tre sconfitte in altrettanti appuntamenti lontano dal PaladelMauro (Trento, Venezia e quella odierna nelle Marche) a cui fanno da contraltare le affermazioni con Varese (in rimonta dopo un primo tempo indecente) e  Grissin Bon Reggio Emilia.  Quattro punti ottenuti su dieci a disposizione nella corsa playoff che vede per ora i lupi garantirsi una posizione negli spareggi playoff. Ma il credito con la buona sorte (almeno in questo versante del gioco) non è eterno tenendo conto della sconfitta di Brindisi a Reggio Emilia che la tiene a 28 punti in classifica come la stessa Scandone. Perdere come questa sera a Pesaro è la certificazione di un gruppo che nell’ultimo step di regular season ancora non ha maturato quelle certezze che dovrebbero essere proprie di un team dotato di talento e giocatori con una esperienza di primo livello in questo sport. Ha prevalso così la rabbia della Vuelle desiderosa di tornare a festeggiare un successo dopo sette ko consecutivi costruendo mattone dopo mattone una vittoria facendo tesoro dei fischi del suo pubblico e di un approccio da dimenticare nella prima frazione. La classe del rientrante Nichols (17 puntu), il mestiere di Udanoh (17 e  5 rimbalzi), l’efficacia di Harper (top scorer con 19 punti) ed il talento di Sykes non possono  sempre coprire le pecche di altri componenti del team, da un Green discontinuo ad un Filloy ancora indietro di condizione passando per un D’Ercole controfigura del giocatore ammirato l’anno scorso piuttosto che Ndiaye poco efficace in fase difensiva e penalizzato dagli infortuni. Quel pò di panchina adoperata ha prodotto la miseria di cinque punti con Filloy e Ndiaye con Campani, Sabatino e Spizzichini a rivestire il ruolo di spettatori non paganti. Lo stesso Vucinic in sala stampa è apparso davvero scosso per una sconfitta del genere che non nasconde gli interrogativi su un allenatore che non sembra avere più la fiducia della piazza sul lato tecnico sebbene umanamente resti una persona eccellente. Un dettaglio di cui dovrà tener conto patron Gianandrea De Cesare che – ricordiamo – è colui che ha avallato la scelta di questo progetto relativo alla Scandone assecondando le idee del direttore sportivo Nicola Alberani. Se il trend di risultati dovesse confermarsi deludente (un pò come accaduto dodici mesi fa con Sacripanti) bisognerà porsi dei seri interrogativi se puntare davvero ai vertici del basket italiano avrà ancora un senso dopo tanti investimenti operati oppure ridurre di un minimo le ambizioni ed avere un quadro più preciso degli obiettivi.

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