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Sidigas orgogliosa ma appesantita: qualificazione sempre più lontana

Con la sconfitta in terra boema, la Sidigas Scandone Avellino rischia seriamente di salutare la Basketball Champions League. Difatti, perdendo contro Nymburk, i biancoverdi sono scivolati al quinto posto, scavalcati dai polacchi dello Zielona Gora, nell’attesa dei risultati dell’Aris e della Telekom Bonn, che in caso di vittoria relegherebbero gli irpini addirittura all’ultimo posto nel girone, con sole due gare da giocare.

Una gara che è iniziata subito con un’inerzia favorevole ai padroni di casa; trascinati dagli americani Kendrick Ray( fratello minore del più noto Allan, ex Virtus Bologna) e Lawrence (8 punti e 6 assist, quasi tutti nei primi 20 minuti di gioco)  e dall’esperto lungo Benda, gli atleti allenati dall’israeliano Amiel tiravano con fiducia e riuscivano dunque a realizzare canestri in serie, riuscendo a chiudere il primo quarto in vantaggio di 12 punti (28-16). Nel secondo quarto, le difficoltà dei Lupi continuavano, soprattutto a causa di una difesa troppo morbida sui blocchi, dove spesso gli avversari prendevano dei vantaggi che spianavano loro la via del canestro. L’orgoglio della Sidigas però emergeva nei minuti finali, quando un parziale di 11-0 propiziato da Scrubb e Filloy rimetteva a posto le cose, consentendo agli irpini di chiudere all’intervallo lungo a soli 4 punti di distacco (44-40).

L’andamento di questo match è proseguito su binari altalenanti nei successivi due quarti; break e contro-break si sono succeduti in sequenza negli ultimi 20 minuti di gioco; quando poi la panchina della Sidigas ha chiamato l’ormai celebre “difesa shake“, la sensazione è stata quella di riuscire a vincere la partita; sembrava infatti, che i cechi fossero allo stremo delle loro forze, pagando forse un calo fisico dovuto anche all’intensità messa sul parquet nei minuti iniziali. In frangenti come questo, di solito emergono i giocatori di maggior talento, e sicuramente per Nymburk essi sono stati i già citati Ray (24 punti totali con 11 rimbalzi, 28 di valutazione ed il decisivo 4/4 finale dalla lunetta) e Benda (15 punti, di cui 4 con canestri da tiri piazzati dalla media distanza); con le loro giocate hanno consentito ai boemi di portare a casa una vittoria che si stava rendendo più difficile del previsto.

 

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Avellino, dal canto suo, poteva contare su uno Scrubb in versione cecchino: con 24 punti messi a referto, l’ala canadese ha tirato con un notevole 61% dal campo (8/13). In alcuni frangenti della gara, complice anche l’assenza di Zerini, Scrubb è stato impiegato nello spot di “quattro“, non facendo mancare alla squadra la sua solita sostanza a rimbalzo(7 totali); per il numero 11 Sidigas, l’ottimo 26 di valutazione ha il sapore dell’ennesima conferma ad alti livelli. Gli avellinesi, tuttavia, hanno avuto poco da Rich, che ha realizzato soli 11 punti e chiuso con un misero 36% nei tiri dal campo (4/11, con 0/3 oltre l’arco), e poco anche dal reparto lunghi, con il duo Fesenko-N’diaye che ha racimolato un magro bottino di 9 punti e 12 rimbalzi; nel complesso, comunque, meglio l’ucraino, che ha catturato 9 rimbalzi, del senegalese, fermo a soli 4 punti. Il povero Leunen, reduce da postumi influenzali, ha dovuto dar fondo a tutte le sue energie, essendo costretto a fare gli straordinari sotto le plance (13 rimbalzi, più dei due di centri della sua squadra messi insieme); le sue non esaltanti percentuali al tiro (da uno come lui ci si aspetta sempre molto di più del 2/7 da tre punti col quale ha chiuso la partita) sarebbero state comunque relegate a peccato veniale se il Capitano non si fosse fatto rubare una palla a 34 secondi dalla fine della partita, quando si era sul +4 per i padroni di casa; pur non avendo realizzato il canestro, Nymburk ha comunque tratto grande beneficio da quella palla recuperata, guadagnando così secondi fondamentali per reggere l’ultimo, orgoglioso assalto da parte avellinese. Non si può, tuttavia, buttare la croce addosso al “Professore”, che, un po’ come tutti i suoi compagni di squadra, sta pagando un carico ulteriore di preparazione fisica in vista dell Final Eight di metà febbraio; la Sidigas, insomma, ha dato ancora una volta l’impressione di essere un po’ “appesantita”sulle gambe, di pagare, insomma, lo scotto di una preparazione mirata al primo obiettivo stagionale, quello di vincere la Coppa Italia.

Come si scriveva su questa testata già al termine delle precedenti partite, l’eliminazione dalla Champions sarebbe un vero e proprio rammarico, visto il valore del roster di Sacripanti, capace di battere per ben due volte una squadra molto accreditata come il Besiktas. La Sidigas di quest’anno sarebbe in grado di vincere questa competizione, ma purtroppo bisogna prendere atto di un cammino costellato di occasioni sprecate, di partite praticamente buttate (come quella, praticamente già vinta, contro i francesi del Nanterre), e dunque fare i conti con un’eliminazione che diventa sempre più concreta. Come tutti gli appassionati della Scandone, dunque,mi auguro di essere smentito su quest’ultima frase, e dunque di assistere, mercoledì prossimo al Paladelmauro contro Salonicco, ad una vittoria convincente, che riaprirebbe la speranza di passare il girone, seppur attraverso la lotteria degli spareggi.

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