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Thomas fa già sognare i tifosi, Randolph dove è il tiro da tre punti?

Quattro gare di precampionato sin qui con un cammino sempre in crescendo. Parliamo di Adonis Thomas. Da ultimo arrivato in casa biancoverde c’era grande curiosità intorno al suo impatto con la pallacanestro europea. Reduce da un’annata alle prese con due infortuni (il primo di natura muscolare, il secondo al polso) il prodotto di Memphis University ha sin qui convinto soprattutto dal punto di vista dell’approccio e dell’atteggiamento. Grande fisicità ed atletismo, capacità di correre il campo, aggredire il ferro: l’ex ala degli Orlando Magic può garantire quella fisicità sul perimetro necessaria in una stagione come quella che sta per cominciare la Scandone che incontrerà squadre talentuose ma altrettanto dotate di forza fisica ed atletismo, soprattutto a livello europeo. Per quanto si è potuto constatare in queste prime sue quattro apparizioni (in cui ha chiuso sempre in doppia cifra come score personale) Thomas può garantire anche in questa annata quella dimensione in più al gioco di Avellino ovvero un esterno in grado di aprire dei buoni tiri per i compagni di reparto (vedi Ragland) oppure i lunghi (Leunen e Zerini su tutti). La differenza Thomas la potrà fare con l’atteggiamento difensivo ovvero essere la spina nel fianco per avversari che tendono a creare gioco per i compagni partendo dalle proprie qualità fisiche. I segnali visti in questo scorcio di precampionato lasciano intendere come Thomas possa essere una pedina fondamentale negli equilibri di squadra. Avellino può essere l’occasione per rientrare nel grande “circus” (sostantivo adoperato al momento della sua presentazione alla piazza biancoverde).

Chi deve ancora ingranare è Levi Randolph. La guardia uscita da Alabama non ha demeritato in questi primi scampoli di stagione. Minor vigore fisico rispetto al compagno di reparto (Thomas ndr), il n.20 biancoverde si è dimostrato un ottimo giocatore di uno contro uno dal palleggio, abile ad arrivare fino al ferro ed un buon difensore. Il tiro da tre punti, tuttavia, non è stata sin qui la sua dote migliore mostrando una meccanica di tiro non propriamente da tiratore naturale. Ragion per cui Sacripanti e lo staff tecnico avranno da lavorare in queste settimane per far si che lo stesso giocatore Usa possa essere una pedina in più dalla linea dei 6,75 metri.

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