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Sidigas, nella difesa la chiave dei cinque successi consecutivi

Archiviato il successo esterno a Reggio Emilia, la Sidigas Avellino si appresta ad affrontare Venezia prima della sosta per le Nazionali, in una sfida di alta classifica (i veneti sono secondi, gli irpini terzi) che rappresenterà un banco di prova difficile per la squadra allenata da Nenad Vucinic.Una partita alla quale i biancoverdi arrivano dopo un filotto di cinque successi consecutivi, che hanno fatto dimenticare un inizio un po’ balbettante, dove persero due sfide consecutive in campionato contro Cremona e Bologna.

Il fattore determinante che ha consentito a Cole e compagni di ingranare la marcia giusta è stato senza dubbio la difesa: autentica croce nelle prime gare di campionato e di Champions, ora essa è diventata un punto di forza, un’arma in più di una squadra che nell’altra metà campo, quella offensiva, è sicuramente tra le più forti di tutta Europa. Qualche numero al riguardo può spiegare meglio questa evoluzione: se nelle prime otto partite della stagione (equamente ripartite tra coppa e campionato) Avellino ha subito in media 86,125 punti a partita, nelle suddette ultime cinque gare questo valore si è abbassato a 79. Un dato che tra l’altro è stato influenzato negativamente dalla partita interna contro i turchi del Banvit, quando la Sidigas, pur vincendo, subì 95 punti; nelle restanti quattro gare, difatti, la squadra di Vucinic ha sempre subito meno di 80 punti (72 contro Trento, 79 contro Varese, 74 contro Le Mans e 75 ieri a Reggio Emilia), denotando un netto cambio di passo rispetto alle prime uscite stagionali.

Per la verità, questo trend positivo aveva già dato delle avvisaglie prima di questa eccellente “manita” di vittorie: già nel secondo tempo della gara vinta a Brescia (il 27 ottobre) i più attenti osservatori hanno potuto notare un’intensità ed un’abnegazione in difesa che non si erano ancora viste dall’inizio della stagione. I Lupi subirono solo 74 punti in quella partita e 72 nella partita successiva, persa a Murcia con il punteggio di 72-69. Nella gara in terra spagnola il valore dei punti segnati ha fatto registrare il suo minimo stagionale, complice anche la serata-no di Cole; dunque quella sconfitta non è imputabile (come quelle di inizio stagione) ad una difesa troppo blanda, ma semmai ad un attacco che non si espresse sui suoi livelli abituali. Un attacco che, a titolo di cronaca, non ha conosciuto flessioni in questo ultimo periodo: la media-punti segnata nelle prime otto gare è di 90,375 a partita, incrementata a 92 nelle restanti ultime cinque; dunque, un miglioramento in difesa che non ha assolutamente pregiudicato il rendimento offensivo.

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Tutto ciò suona come la piccola rivincita di un allenatore che venne messo in discussione da qualche sprovveduto visionario, troppo prolisso a commentare sui social. Chiacchiere che una volta sarebbero state definite “da bar“, e che siamo certi non abbiano minimamente influenzato il tecnico serbo, che allena con silenzio e pacatezza. Non si tratta certo di un allenatore “offensivista“, come era stato definito dai soliti esperti improvvisati che a volte farebbero meglio a tacere. Semplicemente va considerato il fattore tempo, necessario per registrare i meccanismi difensivi; in una squadra costruita per segnare tanti punti, con addirittura un giocatore proveniente dall’NBA (Lega nella quale ci si approccia alla difesa in modo completamente diverso dall’Europa), un allenatore non può imporre fin da subito il proprio credo. Per questa ragione Vucinic ha aspettato e lasciato fare ai suoi atleti, giocatori di livello assoluto, per poi lentamente passare alle spiegazioni dettagliate su cosa fare nella metà campo difensiva.

Siamo certi dunque che il lavoro fatto sulla difesa non si fermerà qui, ma proseguirà con rinnovato entusiasmo. D’altronde, non dimentichiamo che Norris Cole nella Miami campione di LeBron James svolgeva proprio il ruolo di specialista difensivo, con il compito di marcare un certo Russell Westbrook (che non a caso lo ha poi voluto come compagno di squadra nei suoi Thunders di Oklahoma) nelle finali NBA (vedi foto in alto). Oltre alle direttive dalla panchina, dunque, la Sidigas è una squadra che può contare anche su giocatori che in difesa hanno delle ottime skills individuali.

 

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