SERIE B

L’ANALISI – E’ buio totale per l’Avellino, serve una svolta concreta e non solo annunci…

Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei” parafrasando il film “Ogni maledetta domenica“. Così non va. Ebbene si, l’Avellino, viene bastonato di nuovo. Al “Partenio-Lombardi” passa il Vicenza di Pasquale Marino. Nonostante le molteplici assenze, la truppa veneta, cala il poker che spinge i lupi nel baratro. La compagine di Attilio Tesser, con questa sconfitta, scende al penultimo posto nella griglia. Se non era per la penalizzazione del Novara era ultimo. L’ultima sonante bastonata, per l’Avellino, risale alla stagione 2005/2006. All’impianto di Via Zoccolari il Brescia di Maran rifilò cinque gol alla compagine di Oddo. Le rondinelle annoveravano tra le proprie file un giovane interessante: Marek Hamšík. Ma questa è storia vecchia.

In settimana, il diggì, Massimiliano Taccone aveva cercato di suonare la carica. Ma le parole sono servite a poco o nulla. La sconfitta contro il Vicenza brucia tanto. Il bel gioco ora è solo un grande alibi. Contro il Vicenza, a dirla in tutta sincerità, il bel gioco è andato a farsi friggere. Un modulo confermato ma allo stesso tempo sbagliato. Per non parlare della scelta degli uomini in campo, alcuni cambi, sono stati a dir poco “bislacchi”. Il tecnico dei lupi, come ha affermato nel post gara, se ne dovrà assumere le responsabilità. Le sue ammissioni servono a poco. In questo momento servono risultati. E pure subito.

Nel post gara il tecnico dell’Avellino, in tutta sincerità, ha affermato di aver confermato il modulo, di Bari, perché la compagine di Marino attuava le stesse specularità. Mai errore fu più grave. A detta, di Tesser, una scelta che non confermerebbe. Schierare Tavano-Trotta, Insigne-Zito è stata una vera follia. Giocatori che sono votati ad attaccare e non a arretrare per difendere. Il Vicenza ne ha approfittato con il quartetto delle meraviglie la davanti: Giacomelli, Galano, Gatto e Raicevic, giocatori, che fanno della velocità la loro arma in più. In mediana si è creata una voragine, come ha ammesso lo stesso tecnico nel post gara.

ASSENZA DI GIOCO. I quattro gol subiti dall’Avellino fanno male, sia dal punto di vista dei risultati che sotto l’aspetto psicologico. Quattro gol, in casa, i lupi non li avevano mai subiti (in questi tre anni di cadetteria). Ma oltre allo svantaggio del bel gioco s’è ne visto ben poco. La squadra ha giocato senza un gobbo prestabilito, zero idee. Nei singoli ha deluso ancora una volta la prestazione di Antonio Zito. Lo stato fisico dell’ex Ternana non è al top, ma Tesser si ostina. Tavano non riesce a sbloccarsi ancora. Nonostante in un paio di occasioni ci è andato davvero vicino. Nella ripresa è stato spedito in panchina per favorire l’ingresso in campo di Mokulu. Quest’ultimo, dopo il gol con il Modena, sembra essere solo un numero in campo. Ma siamo sicuri che Tavano non sia un’arma a doppio taglio per Tesser? Ai posteri  l’ardua sentenza. Sul banco degli imputati ci torna la difesa.

I NUMERI. Nella passata stagione, gestione Rastelli, l’Avellino nelle prime sei giornate dello scorso campionato, l’Avellino aveva subito cinque gol ( 3 dei quali contro il Cittadella), ne aveva segnati sei ed aveva undici punti. Invece, quest’anno, sono undici i gol subiti sei realizzati e lo score dei punti in classifica dice quattro. La verità sta nel mezzo. Taccone Jr., in conferenza, ha dichiarato che finalmente stiamo vedendo del bel gioco, cosa che negli anni precedenti non si era visto. Valutazioni personali che non mettiamo in discussione. E’ ovvio. Ma qualche valutazione, statistica, bisogna farla.

 

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