SERIE B

Tesser, tre motivi per un saluto senza rancori

I numeri sono catastrofici. Ma media retrocessione, manco da play-out. Il tecnico è in bambola. La fortuna non è nemmeno dalla sua parte. Ma i presupposti per chiudere in anticipo la sua avventura in Irpinia, ci sono tutti. E li elenchiamo, uno per uno, secondo il nostro punto di vista.

  1. Squadra senza identità –  Discontinui, superficiali, a tratti belli. Ma non troppo. E’ l’Avellino di Tesser. Quello che all’esordio è capace di giocare un bel calcio e prendere tre pappine dalla Salernitana. Quello che contro il Modena gioca male, anzi malissimo, subendo il gioco degli emiliani, e vince. Quello che contro il Novara pare un pesce fuor d’acqua. A Bari gioca benino ma perde. Col Vicenza gioca malissimo e ne prende 4 in casa. Poi prestazioni come quelle di ieri. Fai tre gol e ne prendi tre. Con una difesa d’oratorio e calciatori che ad Avellino sembrano esserci arrivati giusto per una partita parrocchiale tra scapoli e ammogliati.
  2. Chi ha scelto chi? – La filosofia di Tesser è quella di giocare un buon calcio. Bene. Ma la squadra, specie in difesa chi l’ha costruita? Il mister? Il diesse? Si sono confrontati almeno? Il migliore è Biraschi. Una scommessa. Il resto noia. Nica non è Zappacosta, Nitriansky lo ha consigliato Bagni. Ligi e Rea arrivano da due retrocessioni, Visconti sembra essere la fotocopia strappata di quello visto a spezzoni nella stagione scorsa. Le salvezze si conquistano in difesa. A dire il vero pure le promozioni. Ma che stiamo dicendo? Questa difesa è andata in affanno dall’inizio. Non abbiamo una mediana che filtra. E non teniamo attaccanti che tornano. Scollati, l’Avellino è una squadra scollata. E la colpa non è da attribuire nè a Taccone nè a De Vito stavolta. Loro in campo non ci scendono. Loro, in campo, non li allenano.
  3. Rebus uomini – Chiosa è il miglior difensore che abbiamo. Lo dico con cognizione di causa e ci metto la firma. Taccone jr è andato a piangere cinese dal Torino per farselo riprestare. E non gioca. Incredibile ma non gioca. Capitolo Zito: ci sono volute 6 giornate per capire che il napoletano era in debito di ossigeno dopo mezz’ora e non poteva reggere mai 90′. Quando Rastelli, nella passata stagione, lo definì l’uomo degli ultimi 20 minuti, gli diedero del pazzo. Tesser lo ha capito solo da due settimane. Trotta. Il casertano segna ma è troppo egoista. Non passa un pallone nemmeno se glielo chiede il Padreterno. Quante volte ha avuto l’opportunità per far sbloccare Tavano e ha fatto finta di non vederlo? Almeno in 5-6 occasioni. Niente di niente. Schiavon – Tesser ha detto che lui lo voleva, ma la società ha scelto diversamente. E’ stato svincolato. Ma davvero, l’ex Cittadella, era più scarso di Jidayi o, almeno, non era considerato un buon ripiego? Mistero. Nica e Nitriansky – Se sono veramente questi gli esterni perchè il mister non ha alzato la voce in società in estate chiedendo gente funzionale al progetto? Se, dopo la partenza di Pozzebon, non è arrivato nessuno, perchè il mister non ha lanciato segnali di sofferenza? Queste sono anche colpe tecniche, non solo dirigenziali. Ma davvero Tesser crede che questa squadra possa essere funzionale al suo progetto in modo da poter giocare con una spavalderia offensiva da brividi?

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