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Avellino, ai nuovi e ai vecchi una sola parola: #indossatelacononore

L’immagine in copertina la dice lunga. Arrampicati ad un sogno. L’immagine di un piccolo che a due passi dal manto erboso cerca di capire e conoscere i nuovi calciatori. Bene, a quelli va insegnato da subito cosa significa indossare la maglia dell’Avellino. Ai vecchi, gli anziani, come Castaldo, D’Angelo, Frattali, Tavano, Visconti, il compito di azzerare le amarezze della scorsa stagione e ripartire. Per i primi due, con ogni probabilità, non ci sarà grande spazio per il nuovo Avellino. Castaldo potrebbe partire a breve, D’Angelo pure. Ma non sta a noi, di certo, giudicare le scelte della società che è rimasta scottata prima di tutti dal recente scandalo calcioscommesse che entro la fine dell’anno, con la chiusura delle audizioni del procuratore Palazzi, potrebbe portare i lupi ad una piccola penalizzazione per responsabilità oggettiva. Penalizzazione che, stando a quelli che sono gli atti attuali, potrebbe essere sicuramente annullata in sede di un ricorso che appare più che legittimo. Ma al di là di tutto, con la stagione già cominciata e che domani apre ufficialmente le porte a Sturno, ai calciatori lanciamo un solo messaggio: #indossatelacononore, perchè l’onta della vergogna di vederci accostati solo per un attimo e per colpa di pochi alla camorra e al calcioscommesse è qualcosa di veramente assurdo. La piazza non ha mai chiesto la serie A, i tifosi l’hanno sognata, accarezzata nella gestione Rastelli. E’ stata solo sfiorata due stagioni fa, ma la balorda annata appena conclusa ha azzerato tutto. Si riparte. Con la passione anche dei più piccoli. E un avvertimento alla società: basta piangere sui pochi abbonati, su eventuali presenze allo stadio non proprio all’altezza nei numeri. La gente va conquistata adesso. Con onore e con le vittorie. Se ci si è allontanati di nuovo dalla squadra è anche per colpa della società. Non bastano 100 euro per proporre un sogno a scatola chiusa con la scusa di vendere una partita ad un costo inferiore ad una pizza. Serve più credibilità. E di questo i massimi dirigenti, speriamo, ne siano consapevoli. Il resto è noia. Solo noia e parole al vento. Si riparta, quindi, dall’entusiasmo dei bambini. Come nella foto. E basta chiacchiere. Per un anno, almeno questo, testa bassa per tutti e pedalare. Per riconquistare la fiducia perduta.

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