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Avellino Calcio – Gravina:” Taccone ci deve 200 mila euro. Se l’Avellino è salvo è anche merito nostro”

Dopo giorni di misteri sulla trattativa Taccone – Gravina ecco venir a galla la verità sulla trattativa che ha tenuto col fiato sospeso il pubblico biancoverde.

Giulio Gravina, proprietario della Italpol, svela senza peli sulla lingua tutti i retroscena riguardanti la trattativa per l’acquisizione della squadra biancoverde, sottolineando come la situazione debitoria dell’Avellino li abbia allontanati repentinamente dal concludere l’accordo, andando in netto contrasto con le parole del presidente Taccone che pubblicamente tranquillizzava il popolo irpino contro chi invece si preoccupava per la finanze del club.

“ Non abbiamo mai cercato pubblicità, di fatto ho messo 200.000 mila euro di sponsorizzazione, salvando l’Avellino da eventuali penalità, quindi è anche merito mio se l’Avellino è ancora in Serie B. Spero che per i 300.000 mila euro di caparra non debba fare un decreto ingiuntivo per riaverli.” queste le parole di Gravina, che sottolinea di aver sborsato un totale di 400.000 mila euro per l’Avellino calcio, di cui 200.000 debbano esser restituiti dal presidente Taccone onde evitare figuracce a livello pubblico sulla gestione della cosa, soldi dati anticipatamente per far quadrare gli ultimi bilanci dell’Avellino per la stagione 2017/18

“Siamo abituati a metterci la faccia, prendere l’Avellino in questa situazione cosi gravosa avrebbe messo a rischio le nostre attività lavorative, ed onde evitare una mal gestione sia dell’Us Avellino sia dei nostri interessi è meglio non proseguire. Siamo persone serie. La situazione debitoria è delicata dell’Avellino, anche il verbale della Finanza pesa. É chiaro che ci sono situazuioni in bilancio un pochino folle. Siamo partiti con’esposizione completamente diversa, una rateazione dei debiti in 10 anni, poi è venuta fuori un’altra situazione che non ci aspettavamo che ha cambiato completamente la situazione. Noi avevamo firmato un pre contratto con Taccone e dato 200.000 euro per evitare la penalità. Gli altri 200.000 li ho dati per sistemare i conti, una caparra per concludere l’operazione, che sarebbero andati a sconto sulla trattativa generale e vi è una clausola per la restituzione. Per ora Taccone ha detto che me li ridarà, il problema è che non so quando.”

Queste dichiarazioni, dai cui trapela anche un certo nervosismo, evidenziano al meglio tutta la gestione Taccone in questo anno folle, in bilico fra la retrocessione sul campo e la paura di non far quadrare i conti, ma con l’aiuto dei Gravina, Taccone è riuscito a salvarsi, non per meriti suoi, ma grazie a chi esternamente ha aiutato il pubblico irpino. È paradossale come situazione, un presidente  che anticipatamente esige 400.000 euro per poi  scomparire nel nulla, o meglio rispondendo alle parti interessate tramite una lettera nel quale non si specifica nemmeno quando verrà restituito il danaro alla famiglia Gravina. Il popolo irpino non merita queste figuracce, la mal gestione di una società non è lo specchio della realtà cittadina e delle persone innamorate dell’Avellino. Non tolleriamo nemmeno chi abbia utilizzato la trattativa per farsi una passerella elettorale, lanciandosi a capofitto nelle solite sfilate di quartiere. Adesso Taccone ha varie gatte da pelare, dai/dal nuovo socio alla restituzione dei soldi alla Italpol e soprattutto nell’allestimento di una rosa competitiva per la prossima stagione. Se i fischi non le sono arrivati sull’autogrill, durante il ritorno da Terni, è perché il popolo irpino è educato, ma l’intera piazza avellinese è stanca della famiglia Taccone.

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