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Avellino Calcio – Graziani, quando è troppo è troppo: esoneratelo

Una partita deludente. L’Avellino ha giocato poco, ha tirato raramente in porta e nel momento di crescita l’allenatore tira fuori dal campo il calciatore fino a quel momento fulcro del gioco. Due righe per descrivere quanto accaduto quest’oggi contro l’Aprilia. Se la settimana scorsa ci eravamo illusi di vedere dei margini di miglioramento da parte della squadra sotto il profilo della costruzione di gioco, quest’oggi l’Avellino ha dimostrato nuovamente i propri limiti e la mancanza di idee. Se il gioco sulle seconde palle è apprezzabile quando si ha una punta fisica davanti, che aiuta a far salire velocemente la squadra, quest’oggi è stato pressoché inutile dato l’attacco di media statura montato da Graziani. Un gioco che non ha prodotto azioni molto rilevanti, pochissimi tiri in porta e tanta confusione in area di rigore. I goal subiti dall’Avellino nel primo tempo dimostrano che i margini di crescita, ipotizzati nelle ultime due gare, sono minimi: errori grossolani che si possono vedere sui campetti provinciali dalla III° alla I° categoria con Patrignani e non solo, completamente in ritardo negli interventi. Basti vedere il rigore concesso e sbagliato dall’Aprilia su un grossolano errore di Mikhaylovskiy.

Caotico, disordinato, cosi si può definire il gioco dell’Avellino calcio mostrato finora. Se Graziani fino a questo momento ha avuto le attenuanti del tempo, ora è adesso è arrivato il momento di cambiare. Non si può far scendere in campo una squadra disordinata nella costruzione di gioco. Se l’allenatore molte volte ha criticato pubblicamente l’atteggiamento di alcuni calciatori, adesso è arrivato il momento di chiarire che le responsabilità di una mancanza di gioco sono sue. Solo ed esclusivamente sue. Se le dirette concorrenti mostrano un buon calcio, nonostante gli enormi limiti, l’Avellino di Graziani non ha dimostrato nessun miglioramento tattico. Se il passaggio al centrocampo a tre aveva illuso dando un po più di solidità alla difesa, la mancanza di adeguati calciatori e i limiti di lettura dell’allenatore a gara in corso fanno si che l’Avellino si trovi lì al sesto posto, in una fase calante mai registrata finora. Il Castiadas è stato solo un momento. Se la società ha impiegato oltre 10 giorni per trovare tecnico e diesse, adesso ci metta 96 ore per sistemare le cose. La gara contro il Vis Artena dev’essere il banco definitivo di prova, in caso di risultato negativo bisogna resettare il tutto e ripartire. Il calcio non è il basket, i tempi sono molto più veloci, ne si può cullare sull’ipotetico ripescaggio, per il semplice motivo che la gente si sta disinnamorando sempre di più. È stufa di figuracce, è stufa di macinare chilometri, riempire gli stadi avversari, che quasi registrano record di pubblico. La società inizi a valutare un cambio di rotta immediato, perchè se la fortuna ha voluto che il Trastevere subisse il goal del pareggio al 90 contro l’Albalonga, ed il margine di distanza non aumentasse a 7 punti, l’Avellino ha tutte le potenzialità economiche per ammazzare il campionato come altre piazze. Lo si faccia subito. Adesso. E non si perda più tempo. Perché i bonus concessi a Graziani si sono esauriti. E con lui anche quelli concessi a Musa, uno responsabile di una scelta tecnica a dir poco fallimentare, l’altro responsabile di una scelta tattica disastrosa.

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