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Avellino Calcio, l’ex Capparella: “Che campionato mio nipote Tribuzzi. La società porterà i lupi in alto”

In vista di Avellino – Lanusei, spareggio valido per la promozione in Serie C, ha parlato un ex Avellino, Marco Capparella. Il giocatore, che ha vinto un campionato di C con i lupi, ma poi perse, va ricordato, la finale playoff con il Napoli nel 2005 contro l’Avellino, ha parlato della stagione biancoverde. Capparella ha anche parlato della stagione del nipote Alessio Tribuzzi, che ha disputato un campionato esemplare.

Queste le parole di Capparella a “Il Quotidiano del Sud”: “Ho seguito l’intero campionato dell’Avellino. Ora serve apporre la ciliegina sulla torta per riportare questa squadra dove merita. E’ stato un campionato difficile per i lupi, il tutto dovuto alla partenza in ritardo. La squadra inizialmente ha fatto fatica nel trovare la giusta quadra, ma con l’arrivo di Giovanni Bucaro e Daniele Cinelli tutto è cambiato. Sono molto contento per entrambi visto che mi lega un grosso rapporto d’amicizia. Hanno riportato il giusto entusiasmo ad una piazza che era caduta in depressione dopo i fatti accaduti in estate. E’ normale che ora manca la ciliegina sulla torta: la vittoria del campionato. Non voglio fare i complimenti ora, ma è mia intenzione farli ad obiettivo conquistato. Ho la fortuna di seguire da vicino le sorti dell’Avellino visto la presenza di mio nipote Alessio Tribuzzi. Vincere ad Avellino non è semplice, ci siamo passati tutti. Onore e merito alla società che ha voltato pagina portando all’Avellino due persone che hanno dato la giusta impronta. Ho creduto nella scalata con l’arrivo di entrambi in Irpinia. Ora però, ripeto, serve conquistare la vetta della montagna per raggiungere l’apoteosi. La presenza di qualche membro della mia famiglia ha fatto sì che mi abbia parlato sempre bene della società. Ora voglio assolutamente che l’Avellino possa tornare presto nei professionisti, ma che soprattutto abbandoni una categoria che non appartiene neanche per gioco ad una piazza del genere. E’ giusto che società del genere possano ambire ai massimi palcoscenici del mondo del calcio italiano. Tribuzzi? Sono uno dei pochi che ha creduto fortemente in Alessio. Ha trascorso sette anni alla Roma, ma era difficile dopo la non riconferma purtroppo per il fattore fisico secondo il mio parere. Nonostante ciò in poco meno di un anno e mezzo è cresciuto di venti centimetri. Ad oggi può fare ancora meglio. Quest’anno ha capito che può puntare di più la porta, ma soprattutto deve rischiare la giocata. In estate ci siamo allenati insieme. Può crescere tanto. Futuro? Se vince deve rimanere ad Avellino assolutamente. Non c’è piazza migliore per potersi mettere in mostra ancora di più. Ad Alessio ho sempre raccontato l’amore che la piazza di Avellino ha avuto nei miei confronti. Non sono rimasto di più per via dei tanti cambi societari e tante altre storie ben note. Ricordo bene il mio passato ad Avellino. Conservo i ricordi dell’Irpinia gelosamente nel cuore e nella mente”.

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