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Avellino Calcio – Tecnico in bilico, un bomber in cerca d’identità: scopriamo insieme i segreti dell’Aprilia

Ritrovata la vittoria con il Castiadas, l’Avellino scalda i motori per la trasferta in casa dell’Aprilia. Scontro diretto ad alta quota, contro una delle principali avversarie dei lupi per il successo finale del girone sardo-laziale. Ambiziosi e con una rosa di gran qualità, indicati dagli esperti come una delle compagini più forti del raggruppamento, i laziali non sono fin qui riusciti a trovare la giusta continuità per occupare le posizioni di vertice della graduatoria. Sesto posto in classifica, 18 punti all’attivo (5 vittorie, 3 pareggi, 3 sconfitte), una svolta vera e propria che non è arrivata neanche con il cambio in panchina. Il tecnico Vincenzo Feola (classe 1967), subentrato a Venturi circa un mese fa, ha collezionato 11 punti in 6 partite (3 vittorie, 2 pareggi, 1 sconfitta), alternando cose molto buone (blitz vincenti in casa di Latina ed Albalonga) ad altre decisamente meno (pesante rovescio interno contro il Ladispoli). Con i 2 pareggi consecutivi a reti bianche contro Anzio ed Anagni, nelle ultime 2 giornate, che hanno frenato la rincorsa ed alimentato voci e dubbi circa il suo futuro alla guida della formazione biancoceleste. La sfida con l’Avellino, da affrontare con ogni probabilità con il canonico 4-3-3, potrebbe essere anche decisiva in tal senso. Nella rosa laziale spiccano alcuni nomi dal curriculum prestigioso e già avversari nel recente passato dei colori biancoverdi. Il centrocampo è il regno di Ruben Olivera (classe 1984, ex Juventus e Latina tra le altre), idolo assoluto della tifoseria al pari del capitano Francesco Montella (difensore classe 1987, protagonista del reality show “Campioni” con la maglia del Cervia qualche anno fa). Classe ancora cristallina, Olivera è il capocannoniere dei suoi con 3 reti all’attivo, 2 delle quali arrivate sotto la gestione Feola a sancire le vittorie sui campi di Latina ed Albalonga. Centro dell’attacco affidato invece a Daniele Corvia (classe 1983). Un solo gol all’attivo (nella sconfitta con il Ladispoli), qualche problemino fisico, quel tocco magico negli ultimi sedici metri che sembra essere perduto. Attenzione: il buon feeling con la porta biancoverde, più volte perforata in passato, potrebbe risvegliare il suo istinto di goleador. Ricordando anche quello che è successo con Abate a Civita Castellana, in casa Avellino non guasta cominciare a fare qualche scongiuro.

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