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L’analisi – Avellino se “l’unione fa la forza”… c’è qualcosa che non torna!

Perdere non fa bene, analizzare le sconfitte in modo non costruttivo amplifica i problemi. Questo il riassunto di un’analisi post Cremona per l’Avellino di Walter Novellino che dopo la sconfitta dello Zini incassa anche le critiche pubbliche del patron Taccone. Il numero uno biancoverde amareggiato per la sconfitta contro i grigiorossi dell’ex Tesser ha tolto lacci e lacciuoli al suo essere tifoso ed ha parlato di una squadra che non gli è piaciuta, sottolineando di scelte sbagliate e di schemi non adeguati per gli uomini in campo. A dirla tutta l’analisi non è infondata: senza fare giri di parole l’Avellino è sembrato senza idee, senza l’incisività delle sue ali non ha mai spiccato il volo e con un Morosini che tira fuori dal cilindro uno dei suoi gol ma al quarantacinquesimo minuto sembra essere l’uomo in meno in uno schema che non esalta al meglio né lui né gli altri che lo assistono. Ancora un primo tempo senza incisività offensiva condita da qualche errore e leggerezza di troppo che la Cremonese tramuta in oro con il minimo sforzo. Una brutta sconfitta su cui il patron, da tifoso, ci mette il carico pesante. Un giudizio, una normale e giusta critica. Per i più audaci un richiamo a fare meglio sin dalla seconda giornata. Giusto. Tutto giusto se non fosse per quel detto che decanta “l’unione fa la forza”. Che tutti chiudano un occhio, o un orecchio. Che nessuno metta il dito in questa crepa di comunicazione che qualcuno avrebbe tranquillamente evitato. Ora è più importante capire se continuare su questa strada o accennare ad una leggera virata. Dal punto di vista del campo naturalmente. Moretti si o no, il ritorno di Bidaoui, il ballottaggio Radu-Lezzerini, Morosini esterno o dietro due punte, maggiore spazio ad Asencio, è il tempo di Marchizza? Per il resto ripetiamoci che “l’unione fa la forza” come quando si naviga tutti insieme verso lo stesso obiettivo. Come fa una squadra che impara dagli errori per ripartire più compatta di prima. Come quando si sbaglia qualcosa ma si difendono le scelte fatte. Perché se così non fosse c’è un problema… ma non lo diciamo. Almeno pubblicamente per adesso è meglio non dirlo. Altrimenti ci sarebbe qualcosa che non torna!

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