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L’analisi – Avellino, avanti con ottimismo ma fateci capire se siamo scarsi oppure è insicurezza arretrata

L’Ascoli ieri è venuto al Partenio e si è portato via 3 punti preziosi come un litro d’acqua nel deserto. L’Avellino di Novellino è rimasto a bocca asciutta nonostante una partita generosa che ha prodotto un magnifico gol su punizione e almeno altre tre palle gol nitide, due delle quali fermate soltanto dai legni della porta difesa da Lanni. Il calcio è cosi: delle volte meriti e non porti a casa neanche un punto, delle altre non fai nemmeno un tiro in porta e ti ritrovi tre punti in più in classifica, vedi partita con il Pisa.

Detto questo siamo ottimisti, anche senza acqua portata a casa vogliamo vedere un bicchiere mezzo pieno ma dopo il match di ieri è d’obbligo sottolineare alcune cose per chi si occupa di calcio e analizza le partite. Premesso che in una settimana di lavoro si può produrre molto poco sotto diversi aspetti anche ieri l’Avellino ha mostrato mancanza di alcuni fondamentali. In alcuni momenti avvengono errori talmente banali e fuori dall’ordinaria normalità che lasciano spaesato chiunque. Inizia Gonzalez dopo appena 3 minuti con un retropassaggio a Frattali corto e lento senza calcolare la pericolosità dell’avversario. Donkor si affanna a portare palla sull’altra corsia con i compagni che a tratti sembrano fantasmi per lui e per poco non fa la frittata al centro del campo. Quando vede Castaldo che gli indica la strada, invece di darla corta lo scavalca con un pallonetto preciso.  Ma si può continuare con stop non effettuati e palle che schizzano a tre metri, sovrapposizioni che mancano almeno di due tempi e palle appoggiate che scorrono candidamente in fallo laterale, vedi ancora Gonzalez. Paghera si lascia andare a passaggi orizzontali servendo gli avversari in stile caritatevole e nei primi 25 minuti Verde, per ben tre volte, porta palla scontrandosi con D’Angelo e Paghera. Poi se ci aggiungiamo una vera e propria “scarpata” di Crecco a due metri dal portiere allora inizia a barcollare chiunque. Riassunti sono questi i piccoli errori che fanno grande l’avversario, perchè fanno lavorare il doppio le tue gambe, ti fanno perdere certezze e non ti consentono di sfruttare gli errori avversari che in quel momento si aspetta solo il colpo di grazia invece si ritrova in salute e sorridente per il pericolo scampato.

Ora arriva il Benevento e ieri Novellino da uomo e allenatore navigato ha fatto ammenda di qualche errore e riempito fogli e fogli di correttivi da mettere in atto. In realtà tra primo e secondo tempo sono già sparite alcune vere e proprie incertezze di movimenti mentre qualcun altro avrebbe detto “bisogna lavorare e ci vuole tempo” dunque per ora questo è già tanto. Il tecnico dovrà ora capire se ci sono davvero limiti forti in questa rosa e correre ai ripari fino a gennaio oppure se il suo lavoro in breve tempo potrà far cambiare rotta. Certezza è che il tempo è poco, forse per questo qualcuno aveva avvertito la società già qualche mese fa. Da lunedi si inizierà a lavorare per il primo derby stagionale e si dovrà faticare il doppio per dimenticare il passato e dimostrare che quegli errori sono solo insicurezza arretrata.

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2 Commenti

  1. Io dico assolutamente scarsi anzi scarsissimi……mi spiace ma sono realista……con questa squadra anche con qualche innesto, retrocediamo senza ombra di dubbio…..

  2. Mi spiace ma non sono del parere completamente opposto al tuo la squadra ha giocato con impegno, c’è stato gioco e un modulo consolidato di novellino e la differenza si è vista ,abbiamo tirato finalmente in porta ieri abbiamo fatto i tiri che in tutto l’inizio del campionato non avevamo fatto,e se non fase stato per l’arbitro la partita forse l’avremmo pure vinta perché anche con l’uomo in meno abbiamo continuato ad attaccare quindi per me la salvezza è a portata di mano giocando con questo agonismo

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