CALCIONEWSUS AVELLINO

L’analisi – Né Domenico né Mimmo, questa piazza le chiede di essere il “cannibale”

“E’ un appellativo che odio” queste le parole di mister Toscano sulla definizione di “cannibale” che lo accompagna. Non vuole essere chiamato cosi il nuovo tecnico biancoverde e lo dice a chiare lettere in conferenza stampa. Poi aggiunge altri passaggi e da li si capisce da dove è nato questo appellativo: “Avellino ha bisogno di caratteristiche particolari, di gente che ha fame. Dove gli altri metteranno il piede noi dobbiamo mettere la testa”. Un passaggio emblematico che spiega tutto. Prima di parlare di se stesso ha subito presentato il suo staff, ha definito questo incontro con la società irpina la giusta soluzione per tutti e infine ha paragonato il suo stile da allenatore a quello di Massimo Rastelli.

La società prima della scelta del nuovo tecnico ha messo su carta qualche nome ma la decisione sin dall’inizio è stata quella di mister Toscano perchè le caratteristiche che i vertici biancoverdi cercavano nel nuovo allenatore erano proprio quelle del tecnico calabrese. Ordine, linee guida ben precise e soprattutto fame di vittoria. La fame di un cannibale appunto. In conferenza il tecnico alle prime battute è apparso anche emozionato ma i concetti sono stati chiari: la parola più ripetuta durante la presentazione è stata “uomo”. Riferita a lui, riferita ai calciatori che comporranno la rosa, riferita alle scelte che andranno a fare i vertici societari per il nuovo anno. Delle volte bastano poche parole per trovare quello che cerchi perchè la piazza avellinese crede nel mantenimento della categoria ogni stagione, sogna anche la serie A delle volte ma non tollera chi non suda e onora questa maglia. La piazza biancoverde ha bisogno che chi guida questo amore comprenda il senso profondo di quello che vuole vedere il popolo biancoverde e faccia da garante perchè questo avvenga. In ogni match, in ogni allenamento, in ogni faccia a faccia negli spogliatoi.

Facciamoci una promessa mister: da ora in poi cercheremo di evitare di definirla “il cannibale” ma lei ci prometta che sarà sempre affamato e più cannibale che mai in questa avventura in terra irpina. La piazza le chiede questo.

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