L’Analisi – “Una Ferrari che sbanda”… è giusto essere ottimisti in attesa del prossimo Gran Premio?
Fare gol a due minuti dal termine per pareggiare una partita e rimanere lo stesso con l’amaro in bocca sembra strano. Una partita che sembrava ormai persa ma che in realtà andava vinta. Sembra paradossale perchè alla fine il concetto vien fuori non tanto per quello prodotto in campo dalla squadra di Novellino ma per una questione di potenziale che invece ancora una volta non si è concretizzato. Alla fine Novellino stesso spiega questo concetto con poche parole “Siamo una Ferrari che ogni tanto sbanda”. Il tecnico di Montemarano cambia auto di Formula1 dopo la RedBull di inizio stagione ma rafforza il concetto di una squadra che ha grande pontenziale. Poi arrivano le sbandate, puntuali e allora tutto diventa difficile. In realtà oltre agli errori ci sarebbe da dire che ad incidere ci sono anche le false partenze. Escludendo la partita con il Foggia, l’Avellino si è ricordato di essere una Formula1 solo nei secondi tempi con Brescia, Cremonese, Cesena e Venezia. Guardandola dai box poi c’è da aggiungere che molto hanno fatto le correzioni incorso d’opera. I pit stop al 45esimo minuto hanno spesso cambiato tempra e uomini, movimenti e schemi. Anche ieri in un assetto di gioco che affogava nel bunker veneziano c’è voluta una revisione ai box. Il capo tecnico Novellino si assume le responsabilità ma forse va trovata una soluzione con più rapidità quando Bidaoui e Molina diventano prevedibili, i terzini non spingono come dovrebbero e soprattutto quando l’attacco diventa sterile se si gioca con un attaccante puntualmente marcato da due uomini e un trequartista preso in consegna a uomo che non gode di un giusto ritmo di verticalizzazioni. Sistematicamente, in ogni partita tutto è cambiato quando in avanti ci sono stati due attaccanti di ruolo che attaccano l’area di rigore. Nel credo di Novellino c’è “il non dare punti di riferimento all’avversario” eppure sembra il contrario con lo schema che attualmente vede Morisini spazziare alle spalle di una sola punta e gli esterni pronti a fare scorribande sulle fasce. Se i giudici di pista ci mettono tre errori in altrettante partite allora ecco che per l’Avellino che scende in pista c’è sempre qualcosa che affoga il motore. Poi alla fine dei conti qualcuno può anche storcere il naso, fare delle giuste considerazioni, qualche critica ma l’Avellino di questa stagione entusiasma, anche negli errori. Errori che se limati possono far diventare davvero questa squadra un bolide? Novellino ci crede ma forse dovrà saltare l’ostacolo, rimodulare un attimo qualcosa. Arriva il Novara, il tecnico continuerà a studiare. C’è da divertirsi in un Gran Premio che è appena iniziato. Bisogna essere ottimisti? L’importante ora come non mai è lavorare di warm-up per migliorare le cose e puntare il prima possibile alla bandiera a scacchi.