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1083 giorni, 125 giornate: un primato dopo una infinità. Ora non fermarti

Era il lontano 12 ottobre 2014. Era l’ottava giornata di campionato e la truppa allora guidata da Massimo Rastelli sfidava il Carpi di Castori. Una domenica normale, divenuta magica per i biancoverdi grazie al gol di Comi. Un gol che valse il primato in coabitazione con il Frosinone per una settimana. Da allora sono passati 1083 giorni e 125 giornate di campionato.

Due anni, undici mesi e sedici giorni. Da trentacinque mesi e spiccioli l’Avellino non ha il piacere di guardare tutti dall’alto. In questi anni di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta. La maledetta traversa di Castaldo, innanzitutto. Una traversa che ancora oggi rimbomba nel cuore dei tifosi e alimenta il rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato. E poi la complicata vicenda del calcio scommesse, risoltasi quasi in un nulla di fatto, ma che ha tenuto in ansia i tifosi biancoverdi fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata nello scorso campionato.

Ecco perché prendersi la vetta, anche se per due notti sole (in attesa del Frosinone nel posticipo contro la Cremonese ndr), è un premio per la passione della gente. Una passione che non si è mai spenta. Mai sopita. Nemmeno nei momenti più bui. Da un po’ di tempo a questa parte, poi, intorno all’Avellino si è tornato a respirare un clima sereno. L’entusiasmo sembra essere quello di un tempo, di quando la squadra con Rastelli in panchina stazionava abitualmente nella parte sinistra della classifica. Si respirano vibrazioni positive, una strana ebbrezza si aggira nell’aria. Il merito? È certamente da dividere, ma di sicuro il marchio di Novellino è più che evidente. L’allenatore, nativo di Montemarano e quindi irpino di nascita, ha saputo sin dal primo momento vestire i panni del leader carismatico. La gente si riconosce in lui. Vede nei suoi occhi e nel suo modo di vivere la partita una guida rassicurante. L’Avellino è lo specchio del suo condottiero e per questo ha ritrovato ambizione e mentalità.

Una notte da numeri uno. Poco importa se siamo solo alla settima giornata o se durerà meno di 24 ore. Un primo posto vale un sogno. Sognare non costa nulla. E Avellino ha tanta voglia di farlo.

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