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Serie D – Castiadas, il capitano Davide Carrus: “L’Avellino è obbligata a vincere, noi faremo la nostra partita. Quante sconfitte al Partenio”

Sabato l’Avellino affronterà in casa il Castiadas, nella nona giornata di campionato. Una gara importante per i lupi di Archimede Graziani chiamati alla vittoria dopo due punti raccolti in 3 partite.

Ai nostri microfoni, ha presentato la gara il capitano del Castiadas, Davide Carrus. Il centrocampista, classe 1979, ha disputato oltre 450 gare tra i professionisti, segnando 47 gol (dati Wikipedia). Ha vestito maglie importanti come quelle del Cagliari, Bologna, Bari, Fiorentina, Ancona ma ha anche giocato in Campania con la Salernitana e la Casertana. Dal 2016 ha scelto di tornare a casa in Sardegna nel Castiadas, che dall’Eccellenza, la scorsa stagione, ha trascinato in Serie D.

Mai si sarebbe aspettato di ritrovare una piazza come Avellino, che ha affrontato tante volte in passato nelle categorie superiori. A marzo, Carrus spegnerà 40 candeline e il suo obiettivo è salvare il Castiadas.

Ma ecco le sua parole in esclusiva a SportAvellino.it.

– Davide Carrus sabato la sfida tra Avellino e Castiadas, le sue sensazioni e come state preparando una gara così importante?

“Sabato affronteremo un avversario importante, che non ha nulla a che vedere con questa categoria. L’Avellino è la candidata alla promozione ed è stata costruita per vincere il girone e tornare presto tra i professionisti. Sarà una partita difficile per noi, ma andremo a giocare una partita senza nulla da perdere, dove le pressioni sono tutte sull’Avellino che è obbligata a vincere. Noi non veniamo da un bel momento, dopo un inizio buono abbiamo perso le ultime due partite con due dirette concorrenti alla salvezza, l’Anzio e l’Anagni. Quindi dobbiamo un pò analizzare le sconfitte e ripartire. Ovvio, sarà difficile perchè arriva l’avversario più forte in questo momento ma sabato avremo ulteriori risposte del nostro stato di forma”. 

– Dopo due sconfitte così dolorose contro le ultime due in classifica, un avversario come l’Avellino è meglio trovarlo ora oppure sarebbe stato meglio un avversario più abbordabile?

” Come stimoli a ripartire sicuramente l’Avellino è l’avversario migliore, ma io avrei preferito affrontare i lupi in un altro momento, quando avevamo le idee un pò più chiare. Però non dobbiamo scoraggiarci e partire già battuti. Dobbiamo andare al Partenio e fare le cose che sappiamo e poi si vedrà. Se l’Avellino dimostrerà la sua forza e vincerà la gara ne prenderemo atto, ma noi dobbiamo dare il 100%”. 

– Dall’alto della sua esperienza, cosa dirà ai più giovani per affrontare al meglio un avversario così blasonato in uno stadio (speriamo) come il Partenio? 

“Innanzi tutto mi auguro di poter giocare al Partenio, sarebbe un pò come tornare indietro nel tempo per me. Sicuramente dirò ai più giovani di non farsi influenzare, dirò loro che se vogliono diventare professionisti devono dimostrarlo in sfide e stadi come questo. Chiaro che l’Avellino di passaggio in Serie D e quindi è un’occasione per tanti di loro per mettersi in luce e fare una bella figura in uno stadio che ha visto anche la Serie A”. 

– Oltre 450 partite tra Serie A, B e C, e tante sfide contro l’Avellino. Che effetto le fa ritrovare i lupi e se ricorda una gara in particolare al Partenio?

“Ritrovare l’Avellino è bello perchè si respira calcio vero, anche se non è bello vedere questa società in Serie D. Al Partenio ricordo tante battaglie, uno stadio fantastico e caloroso dove ho sempre perso o almeno non ricordo vittorie. Una gara in particolare? Si, quando ero al Bologna nel 2007/2008, era la quarta giornata, perdemmo 1-0. Noi eravamo primi a punteggio pieno, loro ultimi a zero mi sembra, avevano vissuto un’estate turbolenta (l’estate dell’addio di Vavassori e Sarri e l’arrivo di Carboni in panchina) e venimmo al Partenio non dico spavaldi e sicuri della vittoria ma con un atteggiamento sbagliato che ci costò caro. Perdemmo 1-0 (gol di Mario Salgado), ma quella sconfitta ci servì poi per capire gli sbagli da evitare e poi a fine stagione tornammo in Serie A. Quell’Avellino anche se tecnicamente inferiore, fu spinto dal pubblico fino alla fine e il Partenio fu davvero un fattore”. 

– Infine Davide, ci può spiegare le differenze tra calcio professionistico e quello dilettantistico? 

“Sicuramente tante, ma dal punto di vista economico e come professione vera e proprio. Quando ero tra i professionisti si pensava al calcio 365 giorni l’anno, settimana dopo settimana, ora invece è diverso, nei dilettanti si può avere anche qualche altra attività e nel frattempo giocare pure. Sono felice della scelta fatta perchè avevo voglia di giocare ancora e venire qui vicino casa, è stata una scelta importante e positiva dopo tanti anni di professionismo. Per quando riguarda il calcio giocato le differenze non esistono, così come si gioca all’oratorio si gioca ai Mondiali. Cambiano ovviamente le situazioni, gli interpreti, gli stadi e queste cose qui, ma giocare a calcio è uguale in qualsiasi categoria”. 

 

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