Basket/ Conosciamo la serie A: Cantù, un allenatore esperto per una squadra dalle molte incognite

La Pallacanestro Cantù, storica e blasonata società del basket italiano, ormai da un po’ di anni vive in una dimensione da media classifica.  Dal novembre 2015 quando la maggioranza delle quote della società brianzola sono state acquistate dal magnate russo dell’acciaio Dimitrij Gerasimenko, il massimo risultato raggiunto è stata la semifinale nelle Final Eight  dell’anno scorso.

[tps_title] Guida tecnica [/tps_title]

Evgenij Pashutin (foto Pallacanestro Cantù)

E di quella squadra che fece tanto parlare bene di sè, allenata da Sodini, oggi è rimasto poco o nulla. Nonostante i tanti complimenti ricevuti, soprattutto per le sue doti di motivatore, all’allenatore italiano non è stato rinnovato il contratto per la prossima stagione, ed al suo posto è stato chiamato un allenatore di spessore, il russo Evgenij Pashutin. Il suo curriculum è eloquente: classe 1969, è stato un buon giocatore a cavallo tra gli anni Novanta e i Duemila; nel 2002-2003 approdò al CSKA di Mosca, con il quale vinse il campionato russo. Pur smettendo di giocare, Pashutin restò nella società che fu dell’Armata Rossa per intraprendere la carriera da allenatore. Dopo tanta gavetta nelle giovanili, approdò da capo allenatore in prima squadra nel 2009-2010, riuscendo a vincere il triplete(Campionato, Coppa di Lega e Supercoppa) al primo tentativo; allenava giocatori del calibro di Smodis, Planicic, Crjapa, Langdon, Holden e Siskauskas, e sicuramente questo imprinting di mentalità vincente lo ha portato con sè nelle successive esperienze prima all’Unics Kazan e poi al Lokomotiv Kuban, dove infatti è riuscito a vincere con entrambe le squadre l’Eurocup. Pashutin ha dunque esperienza e mentalità vincente, cosa che sicuramente gli consentirà di gestire un roster,quello canturino dell’imminente stagione, che annovera tanti cestisti che non hanno mai conosciuto il campionato italiano, e soprattutto che non hanno mai giocato insieme tra di loro.

[tps_title] Le novità [/tps_title]

Tony Mitchell

La Red October ha smantellato la squadra dell’anno scorso, ed ha sicuramente in Tony Mitchell e Frank Gaines i giocatori che hanno più esperienza e talento, e che dunque saranno chiamati a compiti di leadership in campo. Il primo, già MVP del campionato italiano nel 2014-2015, quando cioè vestiva la canotta di Trento, è un’ala di 1 metro e 97 per 98 kili, ma può essere considerato a tutti gli effetti un all-around-player, ossia un giocatore che può ricoprire sia il ruolo di interno che di esterno. Questo grazie alle sue ottime qualità in palleggio, abbinate ad un atletismo fuori dal comune, che lo rendono in grado di prendere vantaggio in tanti modi rispetto ai suoi difensori. Non ha brillato in quanto a continuità nel corso della sua carriera,avendo cambiato numerose squadre, ma ha dimostrato che può raggiungere statistiche spaventose, sia alla voce punti che alla voce rimbalzi. Sarà lui il faro di una squadra che fra pochi giorni disputerà i preliminari di Champions League, quindi che ha probabilità di essere impegnata in due competizioni nella stagione 2018-2019. Frank Gaines è un’altra vecchia conoscenza del campionato italiano, dato che ha giocato con Caserta e Pesaro tra il 2014 ed il 2015. Playmaker, classe 1990, ha sempre viaggiato ben oltre i 10 punti di media nelle sue numerose esperienze anche in Germania, in Russia e nella D-league americana; se funzionerà la convivenza con Mitchell, Cantù avrà a disposizione due “bocche di fuoco” micidiali per il suo attacco. Cosa che non si può certo dire per gli altri componenti dello starting five, ossia la guardia Omar Calhoun, che ha giocato solo in Finlandia con l’Espoo United (dove ha comunque realizzato caterve di punti), l’ala forte Shadeed Davis, ventiquattrenne proveniente dal Čerkasy Mavpy, Ucraina, e il centro nigeriano Ike Udanoh,transitato in passato in Legadue a Ferrara per poi girovagare tra Mantova, i francesi del Toulon e i kazaki dell’Astana. Un quintetto tutto da scoprire e da assemblare, ma comunque rispettabile per gli standard del campionato italiano. Un altro nuovo arrivo in casa canturina è Gerry Blakes, 25 anni con esperienza nel campionato svedese (13,5 punti di media con un campionato vinto) il quale con ogni probabilità si intercambierà con Calhoun, essendo una guardia con caratteristiche abbastanza simili. Completano il roster alla voce “nuovi arrivi” il centro italiano Francesco Quaglia (2,07, classe 1988, con trascorsi canturini nella stagione 2016-2017) e l’ala piccola italo-brasiliana Jonathan Tavernari, proveniente da Sassari, dove ha esordito in serie A all’età di 30 anni, dopo una lunga gavetta in A2.

[tps_title] Le conferme [/tps_title]

Salvatore Parrillo con la canotta n.8

Due sole le riconferme per la Red October, e si tratta di due play-guardia italiani: Salvatore Parrillo, nativo di Benevento ed ormai giunto al terzo anno consecutivo con la casacca biancoblù, e Maurizio Tassone, torinese, che ha compiuto il doppio salto di categoria, dato che ha disputato l’ultima stagione in serie B a Moncalieri. Se sul primo non si hanno praticamente dubbi, essendo un giocatore già avvezzo ai palcoscenici del massimo campionato da diverse stagioni, il secondo è sicuramente una scommessa e, data anche la sua età non più verdissima(compirà 28 anni il prossimo 23 novembre), ci si aspetta che non sia altro che un rincalzo di pochi minuti, per far rifiatare qualche titolare.

[tps_title]Ambizioni stagionali [/tps_title]

Omar Calhoun

La società è comunque ambiziosa, il patron Gerasimenko sembra aver risolto i suoi problemi giudiziari che ne condizionavano la sua attività (ed ovviamente incidevano anche sul rendimento della squadra) ed è intenzionato a puntare in alto. La scelta strategica è stata dunque quella di affidarsi ad un allenatore affermato, costruendogli una squadra di certo non priva di talento ed energia. Lo stesso Pashutin ha recentemente affermato che si pone come obettivo minimo per questa stagione il raggiungimento dei playoff scudetto, oltre ovviamente a quello di ben figurare nel girone di Champions (qualora Cantù dovesse superare il turno preliminare). L’affiatamento tra società ed allenatore è evidente e scontato, essendo entrambi ex-cestisti di nazionalità russa, ma ovviamente solo il campo emetterà il suo verdetto definitivo sulla fondatezza delle ambizioni canturine.

[tps_title] Il pronostico [/tps_title]

SportAvellino, dunque, preferisce andare più cauta nel suo pronostico; Cantù è certamente una di quelle squadre che possono considerarsi “mine vaganti“, ossia che nella partita secca possono battere chiunque, ma sembrano esserci almeno 6-7 rosters di caratura superiore rispetto a quello allestito da Gerasimenko e soci.  Cantù potrebbe lottare per raggiungere un posto tra le prime otto, sia per il girone d’andata (e dunque avere accesso alle Final Eight di Coppa Italia) sia per il girone di ritorno, e dunque accedere ai playoff. Tuttavia la lotta sarà serrata, essendoci squadre come Sassari, Torino, Brescia, Varese,Bologna, più qualche possibile sorpresa, che si sono poste lo stesso obiettivo ad inizio stagione e che dunque si pongono nella “seconda fascia” tra le formazioni della serie A, dunque dietro alle quattro più forti che molto probabilmente occuperanno le prime posizioni della classifica.

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