Caro Sindaco Festa, si sarebbe potuto già fare meglio della Scandone se…

Nella diretta del lunedì il primo cittadino torna a parlare della questione basket

Nella diretta social del lunedì sera Gianluca Festa è ritornato a parlare della questione Scandone e della retrocessione in serie C Gold. Il sindaco di Avellino ha confermato quanto già ribadito nelle ore precedenti ovvero che non recita il mea culpa sullo scempio di una stagione cestistica coincisa col peggiore dei risultati possibili.

Il primo cittadino – un pò come fanno i venditori che puntano a fare acquistare qualcosa – pone sempre la questione sugli aspetti positivi della vicenda e meno – se non nulla – su quelli negativi. “In Italia non c’è il basket ad Avellino, in Italia si conosce la Scandone. E non è questione, soltanto, di sentimento. È una questione di identità e valori. La Scandone è un valore assoluto come l’US Avellino.” E fin qui il solito ritornello ripetuto da due anni a questa parte.

La novità, se così la si può chiamare, arriva da un altro passaggio espresso nel corso del suo monologo social: “Una Serie B, una Serie A2 si possono sempre comprare e chiunque volesse farlo, qual è il problema? Perché la Scandone rappresenterebbe un problema per qualcuno, se volesse acquistare un titolo di B o di A2? Se ci sono persone, io sarei contentissimo. Se c’è qualcuno che ha voglia, che è in grado, ha la sostanza e la consistenza di acquistare un titolo di B, A2, A1, anche di vincere lo Scudetto, noi siamo contenti. Saremo sportivi sugli spalti a fare il tifo. Ma la Scandone è un’altra storia, è un’altra cosa, è un altro amore, è un’altra passione. Finché potrò e potremo, io difenderò la Scandone e proverò a farla stare in vita. Farei la stessa cosa per qualsiasi altra società, storica, di questa città.” 

Sull’amore della Scandone non lo mettiamo in discussione e ci mancherebbe altro. Al Sindaco Festa ci permettiamo di rinfrescargli la memoria con le parole rilasciate da Ciro Melilloin un’intervista rilasciata al nostro Andrea Tomasetta lo scorso 18 marzo 2021 – parlando della possibilità che il basket ad Avellino sarebbe già potuto ripartire da un progetto molto più ambizioso rispetto a quanto visto in due anni di serie B: “Quando De Cesare, senza dire niente a nessuno, fece l’autoretrocessione in due categorie, allora mi fu proposto dalla federazione: “Voi avete fatto 70 anni di continua attività agonistica, non vogliamo perdere Avellino.” Avrebbero fatto fare il campionato senza il nome per un anno, rimanendo però nel frattempo in regola. Il secondo anno con la stessa società, che si poteva chiamare Nuova Scandone o Viva Scandone, alla prima possibilità che trovavamo, ci avrebbero fatto giocare in campionato, anche nell’A2.” Ed ancora: “Con i debiti della società se la sarebbe vista De Cesare. Lui li ha causati e lui se li deve piangere, mentre noi avremmo composto la nuova Scandone. Era tutto fatto, già avevo avvicinato i vecchi soci.

Era già tutto pronto ma la fortuna non ha baciato l’Avellino del basket. Ed i risultati sono quelli odierni. Perseverare, salvare la storia, salvare una nave che sta affondando e non guardare alla migliore soluzione per il futuro. Cosa che, al contrario, dovrebbe fare un politico e amministratore comunale.

Alla prossima puntata.

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