Sidigas Avellino, pesante sconfitta; il trofeo si allontana

La Reyer Venezia, espugnando il Paladelmauro per 69-77, ha rovinato la festa  della Sidigas Avellino, che sperava di sfruttare il fattore campo in quest’andata della finalissima di FIBA Europe Cup; cammino dunque già in salita per i biancoverdi, che saranno costretti a vincere di almeno 9 lunghezze la gara di ritorno in Laguna.
Nonostante ben tre dei quattro quarti siano terminati in parità, la partita non si è mai “infiammata” per i padroni di casa, costretti quasi sempre a rincorrere l’avversario; il secondo quarto, terminato 15-23, è stato quello decisivo ai fini del risultato finale: in quella fase del match Venezia ha dimostrato una superiorità a tratti netta, soprattutto sul piano della corsa e dell’intensità su entrambi i lati del campo.
La Reyer ha giocato per vincere, una partita di alto livello dal primo all’ultimo minuto, senza mai calare di concentrazione e di energia; una squadra equilibrata e compatta , che è riuscita ad avere punti da tutti i suoi undici giocatori che sono entrati sul parquet. Al contrario la Sidigas ha pagato oltremodo la serata storta di Jason Rich, il quale ha sbagliato 5 conclusioni dal campo (6/11) ma soprattutto ha tirato male i liberi (appena il 28%): il miglior realizzatore del campionato italiano ha fatto mancare il suo consueto apporto di qualità e punti, influenzando negativamente anche il resto della squadra della quale è il faro offensivo principale insieme a Kyrylo Fesenko. Quest’ultimo, invece, ieri è apparso a tratti devastante, immarcabile per i lunghi veneziani; l’ucraino ha difatti realizzato 19 punti, catturato 7 rimbalzi e totalizzato un ottimo 24 di valutazione; la Sidigas si affidava spesso al suo centro per fare canestro e mantenere contatto con Venezia, ma purtroppo (come da indicazioni dello staff medico) Fesenko non può sforare un determinato minutaggio e dunque anche ieri, nonostante fosse una partita così importante, il suo utilizzo è stato di soli 23 minuti.
L’uomo del match è stato sicuramente Austin Daye: il lungo americano ha segnato 14 punti, di cui 5 preziosissimi nel secondo quarto: un canestro in fade da dentro l’area battendo la difesa di Scrubb e poi una tripla sulla sirena dei 24 secondi al termine di una fantastica azione corale dei suoi, in cui tutti i cestisti hanno toccato la palla. Il suo utilizzo è stato limitato a 18 minuti per problemi di falli, ma nonostante ciò il figlio d’arte di Darren ha dato ancora una volta prova delle sue eccelse qualità tecniche ed atletiche.
Il coach dei lagunari Walter de Raffaele ha comunque ruotato alla perfezione i suoi effettivi: a parte Haynes e Watt, infatti, nessuno è stato utilizzato per più di 20 minuti, a testimonianza di una profondità di roster sconosciuta al suo dirimpettaio Sacripanti, che invece è stato costretto a spremere Leunen e Rich, rispettivamente per 31 e 33 minuti. La capacità di avere sempre qualcosa da tutti i suoi atleti è una delle caratteristiche principali della Reyer attuale: anche dei comprimari come Cerella (andato in doppia cifra) e Jenkins (migliore dei suoi nel plus-minus con +11) hanno dato un importante contributo in determinati momenti del match, consentendo agli oro-granata di rintuzzare ogni volta i tentativi di recupero dei biancoverdi.
In casa Avellino c’è da fare autocritica soprattutto per quel che riguarda il pacchetto esterni: alla serata storta di Rich, si aggiungono le cattive performance di Fitipaldo e Filloy, poco incisivi in attacco e spesso in difficoltà difensivamente; l’ex di turno ha comunque leggermente meglio figurato, avendo quantomeno fornito 6 assist ai suoi compagni. Male Scrubb, ormai in fase di involuzione da alcune gare, e D’Ercole, mai veramente entrato in partita come accaduto nelle ultime uscite stagionali; è stato il solo Wells a salvarsi, mettendo a segno 18 punti, di cui 12 nella seconda metà di gara: ad un certo punto la guardia biancoverde risultava l’unico dei suoi in grado di fare canestro, e ciò è sicuramente emblema della scarsa precisione offensiva mostrata dalla Sidigas in questa partita. Una Sidigas che, nonostante abbia catturato 40 rimbalzi contro i 30 degli avversari, ha tirato con un misero 20% da tre punti contro il 43,5% della Reyer; le 10 triple realizzate contro le sole 4 dei padroni di casa hanno, in sostanza, fatto la differenza, così come lo spread percentuale ai tiri liberi (77,8% contro 52,9%)
Serviva di più, insomma, per impensierire una Reyer che è riuscita a domare anche psicologicamente l’avversario: Venezia, difatti, temeva che il calore del Paladelmauro potesse essere un fattore, e dunque è riuscita a far sì che l’andamento della gara non permettesse mai al pubblico avellinese di “accendersi” e di creare, quindi, quella bolgia che spesso si è rivelata fatale per gli avversari della Scandone, soprattutto nei momenti cruciali delle partite.
Con la gara di ieri si è dunque notevolmente compromesso il raggiungimento dell’obiettivo di vincere un trofeo da parte della Sidigas Scandone Avellino; servirà infatti un miracolo sportivo per poter alzare la FIBA Europe Cup, il prossimo 2 maggio al Taliercio di Mestre. Allo stato attuale, nulla fa presagire ad un epilogo del genere: Venezia, infatti, ha battuto Avellino ben 11 volte negli ultimi 13 incontri disputati, ed inoltre gli irpini in questa stagione hanno vinto solo quattro volte ( di cui due in campionato ed una volta ciascuno in Europe Cup ed in Champions League)  in trasferta con uno scarto uguale o maggiore a 9 punti; l’esito, dunque, sembra inesorabile per la squadra allenata da Pino Sacripanti. Ma il basket, si sa, è uno sport imprevedibile, dunque resta una tenue speranza per i Lupi d’Irpinia, che dovranno giocare la più classica delle “gare perfette” , sperando magari anche in un calo fisico della Reyer, per poter ribaltare questa pesante sconfitta.
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