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E’ per il bene dell’Avellino che va cercata la verità: ma in Irpinia non funziona così

Cercare a verità è difficile. Specie di questi tempi. Cercare di raccontarla è ancor di più una impresa. Specie ad Avellino. Dove ci si trova di fronte a situazioni di una difficoltà atroce se ci si trova a parlare di calcio. Già. Il calcio. Aver riportato una notizia appurata dal quotidiano “La Repubblica” sulla sparizione del fardello contenente le intercettazioni raccolte e trascritte dal procuratore federale, ha scatenato il putiferio. Perchè era il giorno della partita e perchè volevamo il male dell’Avellino calcio. A soffiare sul fuoco della polemica anche i giornalisti. Che non solo hanno poi riportato la stessa notizia ma hanno aggiunto il carico di quaranta nel pomeriggio e anche stamattina. Il discorso non è molto chiaro. E’ di difficile lettura credetemi. Non è che se Sportavellino non ne parla non succede nulla. Non è che la Procura Federale si fa influenzare dai nostri poco autorevoli commenti. Non funziona così. Non funziona davvero così. Quello accaduto ieri è semplicemente il risultato di un concetto importante che vale nella vita e nel calcio pure. Se nascondi la verità o le notizie ai lettori non sei un giornalista. E questo lavoro puoi farlo bene e molto spesso anche male. Solo che c’è una cosa che va sottolineata: se taci, acconsenti. E in questa provincia, specie se si parla di calcio, devi tacere per il bene dell’Avellino.  Noi siamo una testata indipendente. Che non ha un editore puro. E tanti collaboratori che ci mettono il cuore e cercano di avvicinarsi a questa professione con lealtà e purezza. Non abbiamo mai tirato la volata a nessuno. Nè lo faremo mai. E a differenza di chi crede che bisogna stare in silenzio, noi non piegheremo mai la testa. Di fronte a nessuno. Quando ci renderemo conto che non ci saranno i presupposti per continuare a scrivere in autonomia, chiuderemo. Perchè nella vita e nel calcio vale un solo principio: lealtà e trasparenza. SportAvellino è una delle poche testate avellinese che non riceve contributi economici (in termini di sponsorizzazioni, intendiamoci) nè dai proprietari dell’Avellino calcio, nè da quelli della Sidigas. Non sono poche migliaia di euro a renderci felici. Non sono due, tre o dieci banner pubblicitari, a cambiare il modo di essere. Così è, se vi pare. E se non vi sta bene. basta un dislike. E non seguirci. Perchè se siamo arrivati a milioni di letture mensili il merito è nostro e vostro. Perchè ci leggete in autonomia. Perchè a noi, le uniche volate che ci garbano, sono quelle del Giro d’Italia….

 

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